Città di Castello, stop cibo ai piccioni: scatta l’ordinanza

Il sindaco Luca Secondi ha firmato il provvedimento: sanzioni fino a 500 euro. «Serio rischio di natura igienico-sanitaria»

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«Divieto a chiunque, salva autorizzazione ai fini sanitari e scientifici, di alimentare i piccioni urbanizzati presenti allo stato libero su tutto il territorio cittadino, con espresso divieto di gettare sul suolo pubblico granaglie, scarti ed avanzi alimentari». La misura è stata disposta con un’ordinanza sindacale a Città di Castello: focus sui problemi di decoro urbano e salute pubblica.

La motivazione: serio rischio igienico-sanitaria

Il provvedimento è stato firmato venerdì dal sindaco Luca Secondi per diverse ragioni: «La presenza dei piccioni – si legge nell’ordinanza – presenti allo stato libero nel centro storico ha assunto proporzioni tali da costituire un serio rischio di natura igienico-sanitaria per il possibile pericolo di trasmissione all’uomo di malattie infettive e parassitarie, per il pericolo di danno a carico di edifici e spazi pubblici e privati, per il degrado dei monumenti nonché gravi problemi di decoro urbano in relazione ad insudiciamenti di marciapiedi e spazi pubblici; è invalsa la quotidiana abitudine in alcuni cittadini di distribuire cibo ai piccioni aumentando, di fatto in contrasto con l’equilibrio dell’ecosistema urbano e con la vivibilità della città ed in modo innaturale, la loro capacità di rapida riproduzione, contribuendo così ad aggravare un fenomeno che può arrecare seri danni alla collettività e al decoro urbano».

Alimentazione incontrollata

L’alimentazione incontrollata – si legge – richiama «un gran numero di esemplari anche da zone limitrofe aumentando così il numero delle colonie in quantità incompatibili con l’ecosistema urbano». Non solo: «I rilevanti problemi di igiene ed il potenziale pericolo sanitario determinato dalle deiezioni dei piccioni e dalle carcasse degli stessi presenti su edifici pubblici e privati con affaccio sui marciapiedi e su aree pubbliche» con «grave pregiudizio al decoro della città, rappresentato dalla presenza di escrementi su immobili, spazi e monumenti, che ne producono l’inevitabile degrado». Da qui la firma dell’ordinanza. La violazione comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 75 a 500 euro.

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