Studio ok, ambiente no L’Umbria sotto la lente

Lo studio UrBes 2015 conferma le debolezze di Terni. A Perugia reddito più alto della media nazionale di mille euro

Condividi questo articolo su

Un’analisi del benessere ‘equo e sostenibile’ nelle città italiane – 29 quelle prese in esame, 14 città metropolitane e 15 comuni – per misurare il progresso del Paese su dodici diverse aree tematiche fra cui salute, istruzione, lavoro e sicurezza. È il rapporto UrBes 2015 realizzato dall’Istat e dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Fra i centri finiti sotto la lente figurano anche Terni e Perugia.

RAPPORTO URBES 2015: TUTTI I DATI

Salute Fra il 2009 e il 2013, tanto a Terni quanto a Perugia, la speranza di vita è cresciuta progressivamente (Terni: 79,8 anni per i maschi – 84 per le donne. Perugia: 80,5 uomini – 85,9 donne). Se in tutta Italia, con l’incremento dell’età media, la mortalità degli ultra 65enni per malattie del sistema nervoso è andata aumentando, questo dato è ancora più vero per Terni che risulta tra le città italiane che hanno registrato un maggiore incremento (+11 unità per 10 mila residenti in soli cinque anni e, in particolare, +12,1 per le donne). Da questo punto di vista Perugia presenta dati più in linea con la media nazionale. Per quel che riguarda la mortalità legata a patologie tumorali nella classe di età 20-64, Terni presenta significative differenze di genere: il numero delle donne decedute è in aumento (+1,3 unità per 10 mila residenti tra il 2006 e il 2011) a fronte di una diminuzione fra gli uomini e di una media nazionale in calo. In questo senso Perugia si attesta in linea con il dato italiano, con una diminuzione di decessi generalizzata e più accentuata per la popolazione maschile.

Ambiente Nell’ultimo decennio Perugia ha visto, come il resto del Paese, un graduale decremento dei giorni di superamento del limite di pm10 (polveri sottili), da 57 giorni nel 2004 a 28 nel 2013, nonostante la circolazione di un numero elevato di automezzi. La situazione dell’inquinamento acustico e dell’aria non è altrettanto favorevole a Terni, dove si colloca ben al di sopra della media nazionale e regionale. Per quanto riguarda i giorni di superamento del limite previsto per il pm10, il dato è tuttavia migliorato, passando da 70 nel 2010 a 63 del 2013. Il parco veicolare, in ridimensionamento negli ultimi anni, è formato da vetture un po’ datate: il numero di quelle di classe fino a euro 3 supera, infatti, quello delle autovetture di classe 4 o superiore ed è pari a 326,7 per mille abitanti, valore più elevato di quello nazionale. Particolarmente ampia è, a Terni, la disponibilità di aree verdi che coprono il 27,7% della superficie comunale, rappresentate in larga parte da boschi ma anche da aree attrezzate, sportive all’aperto e da parchi storici.

Studio Gli umbri possiedono un titolo di studio mediamente più elevato rispetto alla media nazionale. Nel tempo è cresciuto sia il numero di diplomati che di laureati. A Perugia il 70,1% delle persone fra 25 e 64 anni ha raggiunto un titolo di studio almeno pari al diploma di scuola superiore. Nella fascia di età 30-34, quelli che hanno conseguito la laurea sono il 36,8% con una componente femminile pari al 42,2%. A Terni le giovani laureate, che sono il 35,6% delle donne di età compresa fra 30 e 34 anni, superano di 12,6 punti percentuali i coetanei maschi.

Economia e lavoro Purtroppo il possesso di un titolo di istruzione elevato non incide sulla situazione lavorativa che in Umbria e in tutto il Paese appare ancora critica. Nonostante ciò, a Terni gli indicatori relativi all’occupazione risultano tendenzialmente migliori della media nazionale, soprattutto per quanto riguarda la situazione delle lavoratrici. L’occupazione femminile negli ultimi dieci anni è cresciuta di quasi cinque punti percentuali e ciò anche indipendentemente dal fatto che le lavoratrici abbiano o meno figli in età prescolare. Nel complesso il 63,8% della popolazione in età tra 20 e 64 anni risulta occupata (59,8 il dato nazionale). A Terni l’ammontare del reddito medio (16.256 euro) rimane inferiore a quello nazionale di quasi 1.000 euro ed a quello della regione di poco meno di 1.500. Resiste in provincia di Perugia una soddisfacente situazione economica, confermata dal reddito pro capite annuo nella che, con oltre 18 mila euro, ha superato nel 2012 la media nazionale di quasi 1.000 euro. Il maggior livello di benessere rispetto alla media italiana si riscontra in particolare nel capoluogo, dove solo il 27,4% di contribuenti dichiara redditi inferiori a 10 mila euro e solo il 4,6% dei residenti vive in famiglie senza occupati.

Turismo Sebbene le aree intorno alla città siano ricche di paesaggi naturali e testimonianze storiche che rappresentano fattori di potenziale benessere per la collettività, Terni rispetto al resto della regione e a buona parte del territorio italiano si colloca su livelli molto modesti sia per quanto riguarda la presenza di musei, siti archeologici e monumenti sia, di conseguenza, per il numero di visitatori. Rispetto al dato nazionale, pari a 407,5 visitatori per 10 mila abitanti, la città ne conta soltanto 44,7. A Perugia la diffusa presenza di musei, siti archeologici e monumenti, circa il doppio della media italiana, ha però un numero di visitatori non altrettanto significativo, rimanendo al di sotto della media nazionale,verosimilmente a causa di un’ancora non soddisfacente attrattività delle offerte culturali perugine. L’attenzione alla qualità del tessuto urbano nel comune di Perugia risulta invece elevata: gli edifici costruiti prima del 1919 in ottimo o buono stato di conservazione sono molto diffusi (76,2 ogni 100 edifici).

Sicurezza A Terni, secondo lo studio, le denunce presentate alle forze di polizia sono aumentate nel tempo. L’indicatore che meglio certifica tale preoccupante situazione è quello riguardante i furti nelle abitazioni. Infatti, se per questo reato nel 2009 si sono rilevate 220,9 denunce per 100 mila abitanti, nel 2012 queste sono passate a 531,8 con un incremento del 141% (l’incremento nazionale nello stesso periodo si attesta al 59%). A Perugia l’aumento dei reati nelle abitazioni sembra controbilanciare le rapine, che diminuiscono da 48 a 43,4 ogni 100 mila abitanti, attestandosi così su un valore minore di quello nazionale e del centro Italia.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli