Un arco temporale ampio, che va dall’estate del 2000 all’ottobre del 2023, quello relativo al legame sentimentale – la convivenza era durata molto meno – fra un 56enne di origini albanesi ed una 50enne di nazionalità italiana, entrambi residenti a Terni. E per quanto accaduto in tutti questi anni, il tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Simona Tordelli, giudici Biancamaria Bertan e Francesca Scribano – ha condannato l’uomo a due anni di reclusione, pena sospesa, per maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna.
In fasi diverse e con modalità più e meno aggressive, lo stesso la avrebbe minacciata, percossa, insultata e denigrata. Anche di fronte ai figli minori e spesso per ragioni di gelosia. In un’occasione, non volendo farla partorire – non è chiaro il motivo – all’ospedale di Terni, anche se la nascita era imminente, aveva tentato di portarla in un altro nosocomio e solo per l’intervento del padre della donna, quest’ultima era stata condotta al ‘Santa Maria’. Fra insulti e con tanto di borse lanciatele contro dopo averla ‘scaricata’ davanti al pronto soccorso.
Ma gli episodi contenuti nel capo di accusa sono davvero numerosi e sarebbero degenerati anche a seguito della decisione della 50enne di intraprendere una relzione con un’altra persona. E allora sceneggiate in mezzo alla strada, pedinamenti, altre minacce – ad esmepio di sfregiarla con l’acido – tanto che la vittima aveva anche dovuto cambiare luogo di lavoro.
In aula l’accusa ha chiesto una condanna a quattro anni ed il tribunale ha optato per la metà esatta – due anni – riconoscendo la prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante contestata. Contestualmente è stata fissata una provvisionale di 5 mila euro in favore della donna, parte civile attraverso l’avvocato Andrea Petrucci, con il risarcimento da stabilirsi in sede civile. L’imputato, per il quale ora la prospettiva è quella del giudizio d’appello, è difeso dall’avvocato Mattia Contessa.