Terni: alla Cascata «far west viabilità». Scatta la protesta

Una ristoratrice della zona: «Auto a tutta velocità lungo la Valnerina, strisce sbiadite e parcheggi selvaggi»

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Auto che sfrecciano a tutta velocità, strisce pedonali sbiadite da anni e mai riqualificate, divieti di transito non rispettati: è protesta lungo la strada statale Valnerina, in particolare nel tratto che si trova proprio a ridosso del tourist shop della Cascata delle Marmore, percorso ogni anno da migliaia e migliaia di persone. A sollevare la polemica è una ristoratrice della zona, che ritiene di essere penalizzata dalla mancanza della necessaria attenzione alla sicurezza da parte dell’amministrazione comunale e più in generale dalle autorità competenti (la competenza del tratto interessato è dell’Anas, ndr). Tanto da essersi rivolta anche ad un legale, l’avvocato Lorenzo Apuzzo.

I nodi

«Le auto sfrecciano anche a 100 all’ora in questo tratto, nonostante la presenza di attività e turisti» si lamenta la donna. «Sono almeno 10 anni che le strisce pedonali che dal tourist shop portano ai ristoranti che si trovano dall’altro lato della Valnerina non vengono ripitturate – spiega -, manca anche la segnaletica per avvertire gli automobilisti dell’attraversamento. E così le persone hanno paura di attraversare. Vengono fissati limiti alla velocità e autovelox in tutta Terni, ma qui, nella zona che dovrebbe essere più controllata, manca qualsiasi tipo di controllo». Poi c’è la questione del divieto di transito alle auto proprio all’interno del tourist shop, che però secondo la signora «non viene rispettato, con i mezzi che vengono parcheggiati nel passaggio pedonale che porta proprio alla Valnerina, ostruendolo e impedendo ai pedoni di raggiungere le nostre attività, che non hanno parcheggi a disposizione. E anche se le pattuglie della polizia Locale ci sono spesso per vigiliare sui turisti, non vengono mai fatte multe». Da maggio ad oggi la ristoratrice, tramite il suo legale, ha inviato tre pec al Comune di Terni per intervenire. «Non ho ricevuto alcuna risposta – conclude -, se ne infischiano. Ma è ora di fare qualcosa».


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