«Anche quest’anno, per la sua 123° edizione, il Cantamaggio c’è. E non era scontato fin dall’inizio»: l’introduzione del presidente dell’ente Cantamaggio, Omero Ferranti, durante la presentazione del tradizionale appuntamento ternano, spiega senza giri di parole i rischi e le difficoltà con i quali hanno dovuto fare i conti – nel 2019 come non mai – gli organizzatori dell’evento, pronti comunque ad animare piazze e vie della città dal 24 aprile al 30 maggio, con il clou che come ogni anno si concentrerà nella sfilata dei carri del 30 aprile. Sei quelli in gara nel 2019, ma non mancano le novità promosse da Comune e nuovi partner, ad iniziare dalla Festa della primavera ternana.
Il ‘nodo’ economico
A contendersi la sfida del carro più bello saranno i gruppi maggiaioli San Giovanni, Orion-Casali, Giovani maggiaioli arronesi, Arci Fiaiola- Europa 98, Pallotta-Polymer-Sabbione e Riacciu. «Viste le ristrettezze economiche – ha spiegato Ferranti – i carri saranno realizzati in parte con le strutture in ferro riciclate da quelli degli scorsi anni. Questo ha permesso di abbattere notevolmente i costi, consentendo almeno per quest’anno di mantenere la sfilata». Sulle «risorse molto scarse» ha fatto più di un passaggio Ferranti, che ha ricordato «la disponibilità economica da parte del Comune ridotta da 60 mila a 33 mila euro». «C’è stato – ha continuato – un confronto serrato e aperto con l’amministrazione, venute meno le fibrillazioni iniziali si è trovata la quadra, anche se accanto alle difficoltà economiche oggettive c’è anche un contesto nel quale il Cantamaggio sembra avere un titolo ridotto. C’è una volontà non precisa o comunque non pressante rispetto al Cantamaggio tradizionale, cioè la sfilata. Noi, anche grazie al contributo che arriverà da Regione, Camera di Commercio, Fondazione Carit e sponsor, abbiamo comunque trovato la forza per andare avanti». È stato così possibile riproporre la Città del maggio, un’iniziativa dismessa in passato, che verrà spostata dalla Passeggiata a largo Frankl. Confermati anche il concorso della canzone maggiaiola in dialetto ‘G.Capiati’ (il 24 aprile al Secci), quello delle poesie e le iniziative teatrali sempre in dialetto. Il 4 maggio è previsto anche il ritorno in concerto degli Altoforno.
Le sperimentazioni
Non ha nascosto le difficoltà , ma difeso il lavoro fatto fin qui da palazzo Spada, neanche il vicesindaco e assessore alla cultura, turismo e creatività Andrea Giuli, che ha deciso di puntare su alcune iniziative sperimentali «che tendono ad innovare, migliorare ed integrare l’esistente e i momenti di festa tradizionali della città ». «L’obiettivo e la filosofia – ha spiegato – sono sempre gli stessi: coinvolgere quanti più cittadini e interlocuotri possibili, abbellire le vie e le piazze, creare occasioni di partecipazione e di gioia, ridare un senso alle feste e alle tradizioni. Anche per il ‘maggio’ lo abbiamo fatto al meglio possibile: riunioni, tavoli, bandi. Crediamo di aver fatto un buon lavoro, vogliamo gettare un seme che dovrà fruttificare». Due appunto i bandi pubblicati: Floralia – che permette ai privati di rendere più belli balconi, davanzali, terrazzi, vetrine o giardini privati – al quale, ha ammesso lo stesso Giuli, c’è stata una partecipazione sotto le attese, una ventina scarsa di adesioni. E poi quello della Festa della primavera ternana, rivolto alle associazioni culturali cittadine, che ha visto la partecipazione di otto soggetti e l’assegnazione di un contributo complessivo di 10 mila euro a quattro tra questi: Ternana Marathon Club, Terni Città Futura, Busthard studios e Slow Food, ognuna delle quali darà il proprio contributo attarverso specifiche iniziative, come le Officine del maggio, il Magnamaggio (dal 28 aprile al 19 maggio) e il GustaMaggio (il 18 maggio a corso Vecchio).