Terni, cantiere Ater all’ex convento: «Il Comune spieghi»

Alcuni genitori appartenenti al consiglio di circolo della ‘Mazzini’ chiedono un’audizione: «Dubbi e perplessità. Scuola a rischio?»

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Una richiesta di audizione rivolta all’amministrazione comunale e al consiglio comunale di Terni per acquisire tutta una serie di informazioni in merito al cantiere Ater presso il chiostro e l’ex convento di San Pietro. È stata formalmente avanzata da alcuni genitori appartenenti al consiglio di circolo della direzione didattica della scuola ‘Mazzini’, piuttosto preoccupati da alcuni aspetti relativi all’intervento. Obiettivo è ottenere le informazioni richieste il prima possibile, per avere un quadro esaustivo anche e soprattutto in relazione alle attività della scuola che, temono i genitori, rischiano di essere parzialmente compromesse.

Il rapporto fra cantiere e scuola

«Il previsto avvio di un cantiere di ristrutturazione edilizia dei locali sovrastanti il chiostro che ospita i bambini della scuola d’infanzia del plesso ‘Mazzini’ – scrivono i genitori nella missiva inviata al presidente del consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti -, nei tempi e nei modi del suo svolgimento potrebbe non essere compatibile con lo svolgimento del pubblico servizio della scuola e potrebbe non garantire un ambiente salubre per gli utenti, le attrezzature, strumentazioni e macchinari pesanti che sarà necessario utilizzare con le inevitabili polveri e rumori che verranno prodotti desta le nostre perplessità. Ci preoccupa parimenti, la questione della sicurezza che nasce dalla coabitazione dei bambini con il cantiere».

«Privacy e sicurezza, quali garanzie?»

Allo stesso modo i genitori appartenenti al consiglio di circolo della ‘Mazzini’ esprimono «preoccupazione in merito alla possibilità che parte o tutto il giardino del chiostro possa essere tolto all’utilizzo dei bambini della scuola dell’infanzia per un tempo più o meno lungo. La destinazione d’uso dei sovrastanti locali del suddetto chiostro a noi oggi sconosciuta desta ulteriore preoccupazione. Diverso sarebbe l’inserimento nei locali del chiostro di un museo rispetto all’utilizzo previsto che, a quanto emerge dal dibattito sui social media, si immagina residenziale». Poi alcune domande puntuali: «Quali certezze in termini di privacy e in generale di sicurezza saranno garantite all’utenza della scuola dalla forzata coabitazione? Quando saranno riconsegnate alla scuola le aule del piano terra del chiostro, che sono state estromesse all’uso dei bambini in relazione all’ultimo terremoto?». Del tema – forte pressing sulla sua maggioranza, senza esito – se ne è occupato anche il consigliere comunale Michele Rossi, che aveva chiesto lo stop al progetto.

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