Terni: «Casa lesionata, ma il Cas arriva a rate»

Liberati e De Luca (M5S): «Una famiglia ‘sfrattata’ dal terremoto, fino ad oggi ha pagato 11 mila euro di affitto, ma dal Comune ne sono arrivati appena 4 mila»

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Sono 19, certo un numero irrisorio rispetto al totale delle famiglie che, a causa del terremoto che nel 2016 ha devastato l’Umbria, hanno dovuto abbandonare la propria casa. Ma ci sono. E stanno lì ad aspettare qualcosa che spetta loro di diritto, che era stato promesso e che, adesso, viene invece elargito quasi fosse un’elemosina.

IL TERREMOTO

Le crepe

La casa lesionata A loro, infatti, il terremoto ha danneggiato le case, li ha costretti ad abbandonarle, a trovarsi una collocazione alternativa (pagando spesso affitti elevatissimi), dietro la promessa che le istituzioni si sarebbero fatte carico delle spese. Una di queste famiglie – umbriaOn se ne era occupato a novembre del 2016 – adesso racconta la sua storia. Fatta di amarezza e di preoccupazione. Oltre che di grande delusione.

IL RACCONTO DELLA SIGNORA MARISA – L’INTERVISTA

Danni ingenti

I soldi In pratica è andata così: la famiglia della signora Marisa ha dovuto lasciare la casa – che sta a due passi dalla discarica della ThyssenKrupp Ast a vocabolo Valle – e trasferirsi in una, presa in affitto a Campomicciolo al ‘modico’ canone di 900 euro mensili, pagandosi i diritti di agenzia e versando pure un mese di caparra. Fanno già 2.700 euro per il primo mese, ma poi sono arrivati tutti gli altri, uno appresso all’altro – «paghiamo il 5 del mese con bonifico automatico», raccontano – e siccome da dicembre i mesi passati sono 9, la famiglia della signora Marisa ha sborsato altri 8.100 euro. Per un totale di quasi 11 mila. 

La ‘certificazione’

Il Comune Ma del contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) che avrebbero dovuto ricevere, non c’era traccia. Almeno fino a qualche giorno fa, quando il Comune di Terni ha fatto un accredito di circa 4 mila euro, poco più di un terzo di quanto questa famiglia ha dovuto anticipare per avere sulla testa quel tetto che a causa del terremoto non aveva più, in quanto la casa nella quale la signora Marisa viveva con suo marito invalido «da 50 anni, cioè da quando ci siamo sposati. Qui è nato mio figlio, qui erano venuti a vivere con sua moglie quando si sono sposati e qui sono nati i nostri due nipotini». E nella quale le crepe fatte dalle scosse si mostrano in tutta la loro drammaticità.

Il Cas E come loro, anche le altre famiglie ternane. Ma c’è un problema: i conti non tornano. Perché la Regione dell’Umbria – che aveva preventivato di mettere a disposizione del Comune di Terni poco meno di 80 mila euro per i contributi per l’autonoma sistemazione, «ne ha già liquidati allo stesso Comune – dicono Andrea Liberati e Thomas De Luca, del M5s – oltre 52 mila, ma solo 30 mila sono stati effettivamente girati alle famiglie. Gli altri ovviamente arriveranno, ma con calma».

LIBERATI E DE LUCA: «COSI’ NON VA BENE» – L’INTERVISTA

Gli effetti del terremoto

Gli straordinari La faccenda sarebbe complicata da quello che i due consiglieri (regionale e comunale) pentastellati definiscono «un grave corto circuito organizzativo, in quanto il personale del Comune; una parte del quale (chi è stato impegnato nelle attività varie collegate all’emergenza terremoto; ndr) che pure nel frattempo ha ricevuto oltre 100 mila euro di paga straordinaria (tra i dirigenti c’è pure chi è stato gratificato con 14 mila euro; ndr); sembra non avere fretta di espletare le procedure che possono permettere queste persone di ricevere quanto spetta loro. E nessuno, in giunta, sembra intenzionato a intervenire per sollecitare». E la signora Marisa, la sua famiglia e le altre 18, aspettano. Ma intanto pagano gli affitti.

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