
di Gianluca Rossi
Senatore del Partito democratico
In relazione alla sollecitazione che il direttore e il personale tutto dell’Istituto Briccialdi hanno voluto rivolgere in queste ore alle istituzioni mi sembra opportuno raccoglierne, per quello che mi compete, lo stimolo, vista la rilevanza strategica che lo stesso Briccialdi riveste per la città e soprattutto per i suoi cittadini che non hanno nessuna intenzione di farne a meno. Ma il Briccialdi dovrebbe essere un orgoglio anche per l’intera regione, cosa questa, detta con tutta sincerità, non affatto scontata.
In Parlamento ed in Senato in particolare, da molto tempo siamo impegnati, non senza difficoltà, anche in serrato confronto con il Miur e il governo, nell’affrontare un nodo centrale per il Paese, ovvero quello della statizzazione degli Istituti superiori di studi musicali e del loro finanziamento da troppo tempo rinviato.
Alcune premesse. Dall’anno 2000, gli Istituti musicali pareggiati (IMP) sono stati oggetto di una profonda riforma a seguito della entrata in vigore della legge 21 dicembre 1999, n. 508, e sono stati trasformati in Istituti superiori di studi musicali, seguendo la stessa sorte dei Conservatori di musica statali. Gli Istituti superiori di studi musicali sono stati dotati, quindi, di personalità giuridica e di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile, riconoscendone il ruolo di sedi primarie di alta formazione, di specializzazione, produzione e di ricerca nel settore artistico e musicale, così come sancito dall’articolo 33 della Costituzione italiana (istituzioni di alta cultura, cioè università e accademie).
Nel corso degli ultimi anni sono stati portati a compimento gli aspetti principali della suddetta riforma in materia di autonomia statutaria e didattica: in particolare, entro il 2010, tutti gli ex IMP si sono dotati di un nuovo statuto e di tutti gli organi di governo ed hanno altresì portato a compimento il processo di trasformazione dell’ordinamento didattico.
Con l’entrata in vigore, poi, dello spazio comune europeo dell’istruzione universitaria, gli ex IMP sono stati a tutti gli effetti equiparati ai Conservatori statali italiani, confluendo nell’unica tipologia degli Istituti superiori di studi musicali e questi ultimi, senza alcuna distinzione tra statali e non statali, sono stati riconosciuti appieno nel circuito universitario europeo.
Nel corso degli ultimi dieci anni, quindi, gli ex IMP hanno portato a compimento un iter di statizzazione di fatto, con un’unica ma sostanziale differenza che li distingue dagli ex Conservatori statali, ovvero la provenienza dei finanziamenti: i primi sono finanziati esclusivamente da enti locali, mentre i secondi continuano ad essere finanziati direttamente dallo Stato.
Ed è proprio a tal fine che ci si propone l’obiettivo della loro statizzazione. Si tratta di un percorso ad ostacoli, una lotta contro il tempo, ma con l’impegno certo del Parlamento a voler chiudere questa importante questione che da troppo tempo giace irrisolta.
Ed è in questo quadro, auspicabilmente transitorio, che si inserisce la necessità di un impegno “straordinario” del sistema istituzionale umbro e ternano, nonchè della comunità tutta della nostra città. Investimento sulle nuove generazioni, sul futuro di Terni, dell’Umbria e del Paese.
Per tali ragioni spero che la sollecitazione fatta dai rappresentanti del Briccialdi venga raccolta, a tutti i livelli, nazionali cosi come locali e regionali, in ragione di un valore che non può essere disperso. Per parte mia cercherò di dare quel modesto contributo, come sto cercando di fare, di idee e di impegno che mi è dovuto verso uno dei patrimoni più importanti della nostra città.