Terni, ‘cassa’ a Eskigel: «Ma tutti tacciono»

Andrea Liberati (M5S): «L’azienda ricorrerà agli ammortizzatori sociali. Perché il sindacato non avvia una sacrosanta vertenza?»

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Terni eskigel presidio m5s 2di Andrea Liberati
M5S Regione Umbria

Era una domenica di gennaio quando i portavoce umbri del M5S si incatenarono davanti all’azienda Eskigel (il caso era stato sollevato proprio da umbriaOn) per denunciare il comportamento antiumano della multinazionale ora franco-svizzera Pai/Nestlé.

Eskigel è di fatto il simbolo del nuovo caporalato legalizzato, con il giochino dell’esternalizzazione a cooperative che assumono stagionalmente a 2/3 euro l’ora dipendenti che, in precedenza, percepivano un salario assai maggiore.

Denunciammo altresì l’indifferenza della politica, che alimenta la speculazione forsennata delle multinazionali sulla pelle dei lavoratori, si pensi a quel che, con Nestlé, è già accaduto per la Perugina, depauperata di uomini, mezzi e prodotti.

Allo stesso modo denunciamo oggi l’ulteriore regressione dei diritti dei lavoratori, mentre la medesima multinazionale non sembra avere limiti, con un contegno indecente, ma accettato con estrema benevolenza da chi dovrebbe tutelare i propri cittadini e i propri territori. Frattanto Eskigel, nell’indifferenza generale, persevera e perfino peggiora le sue condotte.

A brevissimo l’azienda ricorrerà infatti agli ammortizzatori sociali: la Cig per i lavoratori fissi; la famigerata Naspi per quelli stagionali che ne avessero eventualmente diritto. Per gli indeterminati-esternalizzati Randstad si ricorrerà a un fondo di tesoreria da 750 euro lordi. E’ tutto normale o siamo dinanzi al rischio di una truffa allo Stato?

Frattanto talora si assumono nuove persone ancor prima che si sia formalizzato il contratto; a volte, alle lavoratrici non si consentono nemmeno le pause di legge.

Perché il sindacato non avvia una sacrosanta vertenza? Perché l’azienda intende far pesare su tutti noi il costo di ammortizzatori sociali non dovuti, viste le floride condizioni dell’impresa medesima? Ricordiamo che, con le gestioni passate, nessuno vi ha mai fatto ricorso. E’ indecente la pretesa di far pagare i dipendenti allo Stato: non c’è alcuna moralità in tutto questo. E’ solo un abuso del diritto da parte dell’ennesima multinazionale senza regole.

E’ pur vero che i vertici di questa Regione sono strettamente asserviti alle multinazionali e legati a coop che hanno imbrigliato l’economia dell’Umbria, ma è possibile che lorsignori non sentano mai l’esigenza etica di tutelare chi, per poche centinaia di euro, è condannato a sopravvivere, restando sempre indietro?

 

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