La Usl Umbria 2, nel pomeriggio di sabato 7 giugno, rende noto che a Terni c’è un giovane con un caso di ‘vaiolo delle scimmie’. Fortunatamente – riferisce l’azienda sanitaria – è in buone condizioni generali. Contestualmente – spiega sempre la Usl2 – sono state attivate tutte le misure previste in queste circostanze.

«L’indagine epidemiologica subito condotta – prosegue l’azienda sanitaria Umbria 2 – ha consentito di individuare un unico contatto a rischio per il quale è già stata attivata la sorveglianza sanitaria di 21 giorni. Il caso è stato anche inserito nella piattaforma di sorveglianza Premail, che permette il monitoraggio coordinato a livello nazionale». Il ‘vaiolo delle scimmie’ è una malattia infettiva causata da un virus appartenente alla stessa famiglia del vaiolo umano, ma con caratteristiche generalmente più lievi.
«Il virus si trasmette principalmente attraverso contatti stretti e prolungati con persone infette, fluidi corporei, lesioni cutanee o mucose, oppure oggetti contaminati (come lenzuola, asciugamani). La trasmissione respiratoria è possibile, ma avviene di solito solo in caso di contatti ravvicinati e prolungati. La malattia si presenta in genere con sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, dolori muscolari, gonfiore dei linfonodi, seguiti dalla comparsa di un’eruzione cutanea caratteristica che può interessare il viso, le mani, i piedi o altre parti del corpo».
La Usl Umbria 2 sottolinea infine che, nella maggior parte dei casi, «il monkeypox è una malattia autolimitante, ovvero tende a guarire spontaneamente in 2-4 settimane. Le forme gravi sono rare e si osservano più facilmente in persone immunodepresse. Le autorità sanitarie seguono protocolli chiari per identificare, isolare e monitorare i casi e i contatti. In caso di necessità, può essere offerta la vaccinazione a scopo precauzionale nei contatti stretti a rischio. Le misure di sorveglianza e prevenzione attivate in Umbria sono efficaci e pienamente operative. È importante affidarsi esclusivamente a fonti ufficiali, evitando la diffusione di notizie non verificate che possono generare confusione o allarmismo. In caso di necessità – conclude la nota – è bene rivolgersi al proprio medico o alle autorità sanitarie locali per qualsiasi dubbio o chiarimento».