Terni, ciclopedonale Staino-cascata: niente Vas, semaforo verde dalla Regione

Non c’è necessità di Valutazione ambientale strategia per lo sviluppo del percorso da oltre 5,4 chilometri

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di S.F.

L’area dove sorgerà la passerella

Nessuna sorpresa, non c’è necessità di sottoporre a Valutazione ambientale strategica la proposta di variante al Prg per la realizzazione del percorso ciclopedonale – rientra nell’ambito della ciclovia e trekking del Nera – tra vocabolo Staino e la cascata delle Marmore: c’è la firma del dirigente della Regione Umbria Sandro Costantini in seguito all’esame della documentazione ed i pareri degli enti coinvolti. Al centro dell’attenzione c’è il I lotto da 5,4 chilometri fino a Ponte del Toro.

IL PERCORSO: IL COSTO SALE A 6 MILIONE DI EURO

Il percorso

Via libera

L’iter è stato avvicato perché il percorso interessa un ambiente di pregio paesaggistico che costeggia l’alveo del Nera. Di mezzo un bel po’ di criticità da superare: il sedime del canale di bonifica, le pendenze variabili e la necessità realizzazione di una passerella di attraversamento sul fiume nella prima parte del tracciato. «Da un punto di vista di sostenibilità paesaggistica e ambientale dell’intervento, il passaggio di destinazione d’uso – viene specificato in un passaggio del documento – da verde privato a verde pubblico non dovrebbe avere impatti sul paesaggio in quanto l’infrastruttura alla quale la variante afferisce in minima parte, è verde ad uso dei cittadini che incide sulla salute dei fruitori a fini ricreativi sportivi, di svago, tempo libero, in termini di mobilità lenta e riqualificazione fluviale». Ci sono comunque alcune raccomandazioni.

L’ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 2019

Ciclisti in zona Cervara

Mitigazione paesaggistica

A livello di progettazione esecutiva dovranno essere considerati una serie di aspetti. Esempio? Per le sistemazioni si dovranno «adottare opportuni accorgimenti di mitigazione paesaggistica per ottenere un miglior inserimento dell’opera rispetto al contesto circostante». Oppure il fatto che «qualora fosse necessario prevedere nuove piantumazioni, anche con funzione di mitigazione visiva degli elementi architettonici e strutturali del percorso, ed in generale per le sistemazioni a verde, fare riferimento alle indicazioni contenute al punto 5 delle schede normative delle unità di Paesaggio e all’articolo 121 delle norme di attuazione del Ptcp». E la soprintendenza? Non ritiene necessario «che la variante in esame debba approfondire la verifica dell’effettiva compatibilità tra le previsioni progettuali e i principi di tutela del paesaggio e, dunque, essere assoggettato a Vas». Si procede.

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