Terni, con Karipande l’Angola in primo piano

Dal 23 al 26 aprile il festival della cultura angolana, con arrivi da 23 Paesi

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Si chiama Karipande, è il festival della cultura angolana e quella che si svolgerà dal 23 al 26 aprile sarà la prima ‘vera’ edizione della manifestazione – dopo quella d’esordio, andata in scena lo scorso anno – e che consoliderà la tradizione che vuole Terni come la ‘capitale’ della Kizomba, la tradizionale danza angolana che ha conquistato il mondo.

Numero ‘zero’ L’edizione 2014, «che poteva essere considerata come il ‘numero zero’ della manifestazione, ma che ha fatto registrare un interesse e un entusiasmo travolgente, oltre ad una critica molto positiva – spiega Fernando Domingos – ci ha incoraggiato a ripetere l’esperienza ed a farla crescere».

FERNANDO DOMINGUES PRESENTA KARIPANDE – L’INTERVISTA

Fernando Domingues

Fernando Domingues

Musica, ma non solo Questo festival, dice, «soprattutto in un momento come quello che la città sta vivendo, speriamo possa contribuire a rinsaldare i rapporti tra chi a Terni è nato e chi, come me per esempio, vive qui da tanti anni ed è orgoglioso di sentirsi a casa».

Il festival Per questo non ci saranno solo manifestazioni musicali, «ma anche workshop, dibattiti e seminari culturali». Il programma è consultabile sul sito ufficiale della manifestazione che, cosa non trascurabile, ricorda Domingues, «riempirà gli alberghi della città per l’intera sua durata, visto che è previsto l’arrivo di partecipanti da 23 Paesi diversi».

 

La presentazione

La presentazione

I commenti Per l’assessore regionale Fabio Paparelli «è un onore ospitare un evento di alto valore sociale, culturale e turistico come Karipande sul nostro territorio, in un ambito culturale all’insegna della pace, della fratellanza e dell’integrazione», mentre l’assessore comunale Daniela Tedeschi si dice «convinta che eventi come questi servano a rafforzare l’integrazione e la sinergia tra culture diverse e che rappresentino occasioni di valore per sottolineare la vocazione della città all’accoglienza e contemporaneamente aiutino a divulgare la conoscenza di culture differenti».

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