La storia parte da molto lontano. Il riferimento temporale del Comune di Terni è «l’ultimo decennio» e riguarda il monitoraggio delle acque sotterranee della ‘conca’ che, nel corso dei vari controlli, ha messo in evidenza numerosi episodi di presenza di tetracloroetilene superiori alla concentrazione della soglia di contaminazione e, in qualche caso, eccedenti i limiti previsti per le acque destinate al consumo umano. In tal senso, dopo diversi incontri tra le parti, l’amministrazione comunale ha dato il via libera per la messa a disposizione dei terreni di proprietà per un obiettivo ben preciso: l’installazione di nuovi piezometri per consentire il completamento della rete di rilevazione. Semaforo verde da parte della giunta allo schema di convenzione con l’Arpa e il Sii: prevista la realizzazione di opere per complessivi 95 mila euro.
TERNI E IL TETRACLOROETILENE NELL’ACQUA
Flashback Edison, San Martino e mattatoio L’atto prende vita da una serie di scoperte e azioni accadute negli ultimi anni. In particolar modo la giunta ricorda che sette anni fa la Edison S.p.A. comunicava «la potenziale contaminazione delle acque di falda emunte dal sito industriale a seguito di superamenti delle concentrazioni della soglia di contaminazione (csc) riferite al tetracloroetilene; i risultati dell’indagine idrogeologica inerente alle sostanze organoalogenate effettuata da Arpa Umbria, ha evidenziato una diffusa presenza di tetracloroetilene nell’acquifero della ‘conca’ ternana, rilevando superamenti delle csc su circa la meta dei punti campionati (119) e superamenti dei limiti di potabilita su circa il 6% dei campionamenti; nel corso del dicembre 2016 si sono manifestati eventi di superamento del limite di potabilità per il parametro tetracloroetilene nelle acque captate dai pozzi a scopo idropotabile San Martino e mattatoio».
«LE CONCENTRAZIONI DI TETRACLOROETILENE STANNO AUMENTANDO»

Contaminazioni e Ast Il problema si è quindi esteso, perché «il report conclusivo redatto da Arpa Umbria, relativo alla contaminazione da solventi clorurati al campo pozzi San Martino datato agosto 2016, evidenziava l’assenza nell’area di sopragradiente piezometrico settentrionale e orientale rispetto detto campo pozzi, di punti di captazione delle acque sotterranee utili al monitoraggio. Nello stesso report è stata evidenziata una contaminazione della falda sotterranea da metalli pesanti oltre a solventi clorurati nell’acquifero dell’area degli stabilimenti Ast, già in fase di caratterizzazione dalla società».
I POZZI DELLA CONCA TERNANA E LA PROBLEMATICA, LA CONFERMA DEL SII
Ordinanze e divieti Il Comune nel corso dei mesi ha agito emanando – sottolinea la giunta – «a carico di numerosi proprietari di pozzi privati ordinanze sindacali di divieto di use delle acque sotterranee emunte a causa di superamenti del limite di potabilità previsto per it tetracloroetilene». A ciò si uniscono le segnalazioni del Sii per i superamenti dei limiti csc e dei limiti di potabilità per i pozzi del campo Le Croci e Cerasola durante il corso del 2016 e del 2017.
ACQUA E TRIELINA, BAGARRE NEL 2016

La necessità Insomma, qualcosa non va. Comune, Arpa e Sii si sono messi a tavolo concordando sull’esigenza di «integrare i punti di monitoraggio della rete locale sia nella zona sopragradiente idraulica del campo pozzi San Martino, sia nell’area del centro città, sia nell’area limitrofa al campo pozzi Cerasola nell’ottica del completamento delle indagini per la ricerca di possibili sorgenti primarie e/o secondarie nonché nel compimento della disciplina della protezione dinamica prevista dal D. Lgs.152 del 2006 per la protezione delle opere di captazione della risorsa idrica destinata al consumo umano e distribuita mediante pubblico acquedotto». Lo scorso 2 ottobre c’è stato un incontro in prefettura nel quale si è affrontata la problematica dell’inquinamento da organi alogenati dell’acquifero: anche in questo caso è stata sottolineata la necessità di realizzare una rete di monitoraggio a stralci. Il primo cofinanziato dall’Arpa e dal Sii, il secondo con l’intervento della Regione. Anche perché l’Arpa, nella sua proposta di completamento della rete di rilevazione, fa notare «il non facile reperimento – in riferimento all’indagine effettuata post scoperta del problema pozzi di San Martino e mattatoio – di punti di controllo e la totale assenza di punti di monitoraggio in alcune aree, dovuta principalmente alla presenza alla rete del Consorzio di bonifica e in parte al contesto urbano». La rete piezometrica realizzata da Asm alla fine degli anni ’80? «Tali punti risultano distrutti o irrintracciabili sotto l’attuale copertura da bitumazione o inghiaiamento. Tale carenza ha influito significativamente sia sulla durata della fase operativa dell’indagine, sia sulle possibilità di esaurire compiutamente l’indagine in termini di risultato».
L’AST E IL PROBLEMA TETRACLOROETILENE
No fondi Regione, la soluzione Nello schema di convenzione però emerge un problema, vale a dire la «non sussistenza delle disponibilità economiche da parte della Regione per la copertura dell’intera proposta di completamento della rete» e dunque si procederà con il metodo ‘work in progress’, «basato sull’approccio step by step con identificazione delle posizioni di cui si ritiene prioritaria la considerazione, in cui sono presenti attività che hanno fatto/possono aver fatto uso di tetracloroetilene in un passato più recente». Si è quindi stabilito la costruzione «di sei punti da attestare sottogradiente alle principali aree produttive e nelle zone di raccordo tra esse». Per la zona di San Martino e Cerasola è stata valutata «la necessità di provvedere alla costruzione di due piezometri sopragradiente». Complessivamente è stata valutata la necessità di realizzare nove punti di controllo e l’impianto di emungimento presso presso un pozzo gestito dal Sii.
L’accordo a tre prevede la messa a disposizione dei siti interessati da parte del Comune di Terni (responsabile dell’attività Raffaella Petralla), l’individuazione dei punti da parte del Sii (con contributo ai costi per la realizzazione dei piezometri, ad occuparsene il direttore generale Paolo Rueca) e, sponda Arpa (il referente è Paolo Stranieri), più compiti: effettuare le procedure di selezione e assegnazione dei lavori necessari alla realizzazione delle opere previste per la realizzazione della rete di monitoraggio concordata e della loro direzione lavori, collaborando alla copertura dei costi finali del progetto; procedere, prima dell’inizio dei lavori, ad una nuova verifica dei livelli di contaminazione e condividere i risultati dell’attività con il Sii ai fini della stesura del progetto esecutivo; attivare, immediatamente dopo il collaudo e secondo un protocollo condiviso con il Sii, il monitoraggio delle acque sotterranee al fine prevenire e valutare il rischio legato alla presenza di inquinameno. Il costo totale delle operazioni è di 95 mila euro.