Ast: «Nei terreni c’è Cromo esavalente»

Terni, ad ammetterlo è la stessa ThyssenKrupp Ast, che informa su «quali misure di prevenzione e messa in sicurezza d’emergenza» sta attuando

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La carta intestata (di Acciai Speciali Terni) e la firma (digitale), del direttore Massimo Calderini, non lasciano dubbi sul contenuto. I prelievi effettuati da tre degli undici piezometri che monitorizzano il sottosuolo in altrettanti punti del perimetro della ThyssenKrup Ast di Terni hanno rilevato la presenza di quel Cromo esavalente che ha avvelenato il tecnico Alessandro Ridolfi sotto la galleria Tescino; ma anche di Tetracloroetilene in eccesso (due rilevamenti) e di Solfati (un rilevamento). A rendere noto il tutto è stato, durante la seduta del consiglio comunale di Terni di martedì, Thomas De Luca, del Movimento 5 Stelle.

Massimo Calderini

Massimo Calderini

I dati «I prelievi – scrive Calderini – sono stati eseguiti in contraddittorio con i tecnici di Arpa Umbria nel periodo compreso fra il 7 marzo e il 12 aprile 2016. Dalla analisi dei certificati è emerso che tutti i parametri risultano rispondenti alle Csc (la concerntrazione soglia di contaminazione; ndr) ad eccezione del CrVI (il Cromo esavalente; ndr), riscontrato superiore ai limiti previsti per le acque sotterranee nei piezometri F1 (8 μg/l, +60% oltre il limite), F9 (170 μg/l, +3300% oltre il limite) ed F10 (25 μg/l, +400% oltre il limite); del Tetracloroetilene, riscontrato superiore ai limiti previsti per le acque sotterranee nei piezometri F2 (3,6 μg/l) ed F8 (210 μg/l) e dei Solfati, riscontrati superiori ai limiti previsti per le acque sotterranee nel piezometro F9 (320 mg/l)».

Gli interventi Il direttore di stabilimento della ThyssenKrupp Ast, poi, informa che «quali misure di prevenzione e messa in sicurezza d’emergenza, stiamo disponendo l’allestimento di un sistema di Pump&Treat sui due piezometri F8 e F9. Vi informiamo altresì che stiamo predisponendo l’integrazione del piano di caratterizzazione, finalizzata ad acquisire gli elementi conoscitivi funzionali all’applicazione della procedura di analisi di rischio».

Il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini

Il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini

L’Arpa L’Agenzia regionale per la protezione ambientale prende nota che «Ast comunica che sta svolgendo degli approfondimenti della caratterizzazione in merito ai quali Arpa e Provincia si rendono disponibili ad effettuare i dovuti controlli e controanalisi». Mentre «per quanto riguarda gli approfondimenti che il Ministero individua in capo ad Arpa, si conferma che è stata attivata immediatamente una procedura per rilevare l’eventuale propagazione della contaminazione al dl fuori del Sin. In particolare, la rilevazione per il tetracloroetilene è diretta anche a stabilire se la contaminazione rilevata possa essere correlata a quella che sul finire del 2015 ha coinvolto i pozzi pubblici San Martino e Mattatoio. Alla rilevazione della distribuzione della concentrazione del tetracloroetilene, è stata pertanto accoppiata anche la ritevazione del CrVI limitatamente ai settori limitrofi al Sin e sono in corso di completamento i campionamenti. Per quanto invece riguarda le attività all’interno del Sin, Arpa si è attivata per ripetere campionamenti sui piezometri delle aree ex Gruber ed ex Jutificio Centurini, che circondano l’area di pertinenza delle acciaierie».

Thomas De Luca

Thomas De Luca

De Luca Il consigliere del M5S, attacca: «Ci chiediamo come sia possibile che Arpa Umbria abbia aspettato due mesi, per comunicare alle istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione, le risultanze di queste analisi. A fronte del tweet del direttore dell’Arpa Walter Ganapini che ha affermato di aver comunicato ed inviato già da tempo i dati agli enti, di fronte alla nostra ennesima visita negli uffici abbiamo riscontrato, così come certificato dal protocollo, che solo il 30 maggio questi dati sono arrivati a conoscenza degli uffici. Cosa ben più grave è che questi dati non siano stati posti a conoscenza dell’opinione pubblica da parte di Arpa Umbria, ma che ci voglia una forza politica d’opposizione per renderli pubblici. Questo è il negazionismo 2.0 altro che trasparenza».

 

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