di Fra.Tor.
Chiusura di prestigio per il circolo dei lettori della biblioteca comunale di Terni, ‘Il divano rosso’. Martedì pomeriggio l’ospite d’eccezione è stata la scrittrice Dacia Maraini, per parlare del suo libro ‘Chiara d’Assisi. Elogio della disobbedienza’.
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Il libro È la storia di un incontro, tra una scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata: Chiara d’Assisi, la santa che nella grande storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Dacia Maraini e Chiara d’Assisi non potrebbero essere più diverse, eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. «Ieri come oggi, avere coraggio – secondo Dacia Maraini – significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee». In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, la Maraini traccia il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice.
La proprietà In una società in cui la donna è, purtroppo, ancora oggetto di sopraffazione la figura di Chiara «ci può insegnare molte cose», sottolinea Dacia Maraini. «La più importante è il rifiuto della proprietà. L’idea che la proprietà sia un peso, un vincolo, qualcosa che toglie la libertà. Lei naturalmente lo viveva a suo modo, in tempi molto lontani, però si può dire che questa presa di posizione nei riguardi della proprietà possa valere ancora oggi». Chiara d’Assisi, secondo Dacia Maraini, può essere di grande esempio perché «veniva da una famiglia nobile e ricchissima, ma ha rinunciato a tutto. Vivendo scalza e dormendo su un sacco pieno di foglie. Credo che questo dia proprio l’esempio di cosa voglia dire vivere fuori da ogni senso di proprietà».
Dacia Maraini è la scrittrice italiana più conosciuta al mondo. È autrice di romanzi, racconti, opere, poesie, saggi tradotti in più di venti paesi. Nel 1990 ha vinto il premio ‘Campiello’ con ‘La lunga vita di Marianna Ucrìa’ e nel 1999 il premio ‘Strega’ con ‘Buio’. Nel 2011 è stata candidata al prestigioso ‘Man booker prize’.
