Terni, dimissioni serie e candidati ballerini

Di gente come Cristhia Ballerani, che si dimette non trovandosi d’accordo su una linea ne esiste poca – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Se un altro assessore comunale se ne va, fosse vero quel che pensano certi, sarebbe da star contenti: meno assessori più risparmio! Che non è così lo capisce pure un bambino e le dimissioni a sorpresa (ma forse non per tutti) di Cristhia Falchetti Ballerani dicono che lo stato di difficoltà nell’amministrazione di Terni permane e di che tinta!  In quanto al risparmio appare cosa risibile rispetto ai debiti.

Con quattro assessori in meno (al momento cinque) la giunta comunale sarà in grado di essere produttiva? Perché anche  l’amministrazione comunale deve fare produzione: non di bulloni, ma di idee, provvedimenti rapidi, scelte coraggiose, capacità gestionali.

Servono allora persone capaci, preparate, uomini e donne giusti al posto giusto. E a quel punto un appannaggio in più o in meno forse non sarebbe tanto dirimente. L’importante è che non si tratti di un (lauto) gettone di presenza e niente altro.

Banalmente: un assessore produttivo fa guadagnare alla collettività molto di più di quel che costa. Non è certo possibile quando un assessore, come nel caso di Falchetti Ballerani,  si ritrova a gestire gli affari generali, i servizi demografici e statistici, la semplificazione amministrativa, l’innovazione della pubblica amministrazione, l’Ict, la Smart City, la cultura e servizi culturali, Agenda urbana, Città del cinema, commercio, l’artigianato, il marketing territoriale e le fiere. Solo Mandrake.

Potrebbe casomai succedere  solo se “la macchina” fosse dinamica, precisa, di elevato livello tecnico, informata, volenterosa, cosciente che ci deve mettere il suo e che il fine ultimo è la città nel suo complesso.  Risulta a qualcuno che la macchina pubblica sia così? Come potrebbe se i dirigenti, e poi giù giù a cascata, sono più occupati a guardare indietro ed i cui pensieri principali variano al massimo tra “le mutande di latta” e quel famoso palmo di distanza.

Problema non risolto, quindi, quello della turbolenza attorno a Palazzo Spada. Le opposizioni, fanno il loro mestiere e giocano allo sfascio chiedendo le dimissioni del sindaco Di Girolamo e il ricorso alle urne.

Il primo è l’ex giovane virgulto di Forza Italia, Raffaele Nevi che chiede che si torni alle urne, ma lui stavolta che fa? Si decide a candidarsi? Praticamente già in corsa, invece, pare Eros Brega, ma lui essendo Pd, è al lavoro per la scadenza naturale di Di Girolamo. Certo se poi succedesse qualcosa prima… I “grillini”? Proporranno uno che poi passerà il primo anno a Palazzo Spada per capire che cosa fa un sindaco? Perfino la Lega si mette ad alzare la voce chiedendo dimissioni, dall’alto della forza assicuratale dall’elettorato stroncolino, dimenticando che Stroncone ha un sindaco del suo.

Candidature in “pectore”, o forse solo supposizioni, che vedono protagonisti politici non anziani dì età,  ma ciononostante sulla scena da parecchi anni, in un modo o nell’altro. Perché di gente, come Cristhia Ballerani, che si dimette non trovandosi d’accordo su una linea ne esiste poca.

Purtroppo per lei l’ormai ex assessora, ha anche spiegato: “Resto fermamente convinta della scelta fatta, tempo fa, di prendere la tessera del Partito Democratico e intendo restare al suo interno, partecipando attivamente alla realizzazione dei progetti”.  Auguri, ma glielo permetteranno?

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