Terni e la sicurezza: occhio ai punti di vista

Per una serie di fattori succede a volte che l’impressione della realtà non sia quella vera

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di Walter Patalocco

Pare che il senso d’insicurezza sia come la temperatura d’estate: i meteorologi spiegano che i gradi reali sono 28, ma quelli percepiti sono 40. Però il comportamento conseguente è quello che si terrebbe se ci fossero 40 gradi e non 28. Colpa dell’afa, del clima in cui si è immersi.

Così accade per l’insicurezza che è tema di tutt’altro peso specifico di questi tempi. Perché sulla sicurezza (o insicurezza) dei cittadini si giocano partite politiche che vanno a ripercuotersi su tutto il resto delle materie di governo. Agitando spauracchi, si può orientare l’opinione pubblica, indirizzarla verso soggetti di governo che poi, datosi che nella stanza dei bottoni ci sono arrivati, scelgono pure quali pigiare.

Per una serie di fattori succede quindi a volte che l’impressione della realtà non sia quella vera.

Per esempio: a Terni, i casi di violenza carnale sono – dati riferiti dal questore Carmine Belfiore in persona – dell’85% inferiori alla media nazionale. Eppure tra le donne è il timore più diffuso, quello che ne influenza i comportamenti, la libertà: lo testimonia la Uil ternana che ha elaborato un’indagine proprio sui temi della sicurezza, e sui rischi maggiormente percepiti dai cittadini. Subito dopo, nella graduatoria, viene la paura dei furti in casa che, dice sempre il Questore, sono in forte calo.

E’ questione di informazione, di input che arrivano giornalmente e continuamente a chiunque: programmi televisivi che sviscerano nei minimi particolari fatti di cronaca nera per puntate su puntate; caratteri cubitali sui quotidiani per avvenimenti che, anni addietro, non avrebbero mai avuto quello stesso spazio; un susseguirsi di messaggi crudi ed espliciti che hanno l’effetto, paradossalmente, di intaccare il subliminale.

Non è un caso – ancora il sondaggio Uil – che l’insicurezza cresca in maniera inversamente proporzionale rispetto al grado d’istruzione e alla frequenza con cui si accede a informazioni complete e corrette: in questo il senso di responsabilità degli operatori dell’informazione è parte essenziale, ma anche l’ ‘utilizzatore di notizie’ dovrebbe valutare da ‘quali bocche esce la predica’.

Poi, certo, la sicurezza non può essere totale; ci vorrebbe – come ha chiosato il questore – «la palla magica». Di crimini anche efferati se ne registrano, ma aggiunge Carmine Belfiore, sarebbe bene discernere tra i pericoli che ci appartengono e quelli che, potrebbero interessarci direttamente solo in casi rarissimi e sporadici. Esempio: il terrorismo Isis ci fa paura, ci rende inquieti: ma è difficile che l’Isis colpisca un quartiere di Terni, anche se solo la ‘palla magica’ potrebbe dirci che non ci sarà mai un esaltato fuori di testa che compia chissà quale gesto.

E’ lungo un identico percorso che scatta l’equazione immediata insicurezza-immigrati: è così per la maggioranza dei ternani intervistati, ma va notato che la percentuale scende di molto tra i giovani.

Il collegamento immigrazione, clandestini, microcriminalità meriterebbe un lungo capitolo: per le mille sfaccettature, mille particolarità e ancora mille fattori che lo influenzano: culturali, istintivi, caratteriali, di schieramento partitico. E altri ancora.

Proprio perché la questione è tanto complicata, è necessario che se ne parli, che si approfondisca seriamente seguendo più il raziocinio che l’istinto primario. Ma le occasioni di dibattito e confronto sono rare.

A Terni ne ha costruita una la Uil, il sindacato, uno degli strumenti della rappresentanza dei cittadini. Gianpiero Bocci, sottosegretario agli interni, presente al dibattito promosso dalla stessa Uil, oltre a definire una serie di questioni politico-tecniche su criminalità, immigrazione, leggi, codici e comportamenti, non ha mancato di evidenziare l’essenzialità di associazioni, sindacati, partiti, comitati, in una parola, della rappresentanza che consente ai cittadini, nella loro moltitudine e molteplicità, di portare a sintesi e trasmettere problemi, esigenze e aspirazioni a chi deve stabilire le regole, decidere e provvedere. Altro che populismo!

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