Terni, il conservatorio Briccialdi è pronto per la sua nuova vita

La presidente Letizia Pellegrini chiede alle istituzioni «prospettive e obiettivi condivisi». Passaggio di consegne nella direzione, Marco Gatti saluta e arriva Roberto Antonello

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

«Il Briccialdi è, ora e finalmente, statale. Nel 2017 dicevo che la statalizzazione era una missione impossibile; oggi, invece, posso dire che è compiuta. L’impegno che avevo preso allora con il conservatorio e con la nostra città è onorato». Sono le parole della presidente dell’Istituto Briccialdi di Terni, Letizia Pellegrini, in una conferenza stampa organizzata sabato mattina, durante la quale ha voluto, poi, sottolineare che «l’incontro di oggi non è la celebrazione di un fine-pena, ma è ora di chiedersi dove andare da qui in avanti e come onorare lo statuto che il conservatorio ha acquisito».

Un lavoro di squadra

La presidente prima di tutto ha voluto «ringraziare i rappresentanti delle istituzioni: con tutti abbiamo avuto rapporti collaborativi e amichevoli, sono stati vitali negli anni in cui da un lato la statalizzazione diventava una prospettiva concreta a livello nazionale, dall’altro emergevano man mano gli ostacoli che la rendevano, su carta e di fatto, impossibile per noi. Quegli ostacoli sono stati rimossi o fronteggiati con il concorso di tutti. Ringrazio nel modo più sentito il personale che lavora attualmente nei nostri uffici: anche quelli tra loro più giovani in servizio, hanno toccato con mano fino a che punto le situazioni di partenza fossero inadeguate a un Ente pubblico. Alla razionalizzazione dei limiti amministrativi stanno lavorando con la dovuta competenza, ma anche con coinvolgimento e dedizione impagabili. Quegli uffici e queste persone sono una delle anime del conservatorio. L’altra anima sono gli allievi e i docenti. Grazie a tutto loro per aver saputo reggere alla precarietà plurale in cui hanno lavorato e studiato, senza flettere di una virgola per entusiasmo, applicazione, e infine anche con ottimi risultati. Sono qui, oggi come sempre, anche quelli che si chiamano ‘comuni cittadini’, che per me non sono affatto ‘comuni’: ciascuno di loro, a suo modo, è stato complice del processo, e sa bene perché è qui:, ricorda che cosa abbiamo condiviso in questi anni. Certe montagne si scalano in cordata, perché, anche e soprattutto nelle cose pubbliche, chiunque, da solo, è nulla».

«Se cresce il conservatorio, cresce la città e la regione»

La statalizzazione, per Letizia Pellegrini, «non è l’archiviazione gloriosa di un problema, vi invito invece a pensarla come l’inizio di una nuova fase di vita del Briccialdi: non avremo più emergenze-stipendi. Proprio per questo siamo in grado, e in dovere, di accedere con maggiore libertà e fattibilità, ad una prospettiva progettuale forte. Per la verità essa è sempre stata per noi una linea-guida. Lo dice la rete che abbiamo costruito intorno all’Istituto, concretizzata in convenzioni che non sono rimaste ‘pezzi di carta’: in collaborazione con l’Università di Perugia e con il Polo didattico ternano, con le altre istituzioni Afam della Regione, con il sostegno della Regione stessa, in collaborazione con il Comune e con tante espressioni civiche ternane. Se cresce il conservatorio, cresce Terni. Nessuna logica di campanile ci ha ispirato e ci ispira, ma sono consapevole che il conservatorio statale costituisce un contributo notevole alla modernità cittadina, al nutrimento di quelle radici culturali e antropologiche nascoste, e forse soffocate, da quella bifronte marca siderurgica su cui la città si è strutturate ed è cresciuta. La posizione geografica della provincia di Terni e la buona fama del Conservatorio sono una porta di accesso, peraltro già praticata, per territori e provincie come la Sabina e la Tuscia, Rieti e Viterbo, cosa che giova al profilo dell’Umbria tutta, come regione fortemente attrattiva qual è per arte e architettura, borghi e città, storia e tradizioni, paesaggio urbano e rurale, e non da ultimo per enogastronomia: che lo diventi sempre più anche attraverso l’alta formazione artistica e musicale. Ora, come sempre, si può e si deve volare alto con i piedi per terra. Noi da soli possiamo limitarci a organizzare una scuola che funzioni e a insegnare la musica aumentando lo standard, continuando a sfornare studenti professionalizzati, a garantire dei posti di lavoro, a vivacizzare una parte del centro storico, a offrire decine di concerti l’anno. Vorrei, però, con le istituzioni locali e territoriali pensare e avere prospettive e obiettivi condivisi, a collaborare creativamente per cogliere le prospettive aperte dalla presenza di un eccellente Conservatorio statale. Io ho ancora un anno per lavorare su questo, con chi ci vorrà essere».

VIDEO
Intervista a Marco Gatti e Roberto Antonello

Il passaggio di testimone

Il direttore Marco Gatti continuerà a fare il docente e tornerà a fare il musicista, ha concluso la presidente, «ma non perderà né la parola né la passione, né la disponibilità ad applicare all’istituto quel suo sguardo profondo e pulito senza il quale oggi non saremmo qui. Nondimeno, sono molto grata al nostro nuovo direttore Roberto Antonello per aver pensato di candidarsi ad esserlo». Per Gatti «finisce una storia, ma ne inizia un’altra più importante, ovvero lo sviluppo di quello che abbiamo realizzato con fatica, con determinazione, senza mai abbandonare il sogno dell’impossibile. Al nuovo direttore auspico tutto il bene possibile, perché il suo bene è il bene dell’istituto». Il nuovo direttore Antonello ha trovato «un conservatorio molto attivo, che ha superato lo scoglio della statalizzazione e che ora ha un orizzonte molto più ampio. Una sfida per il futuro che sapremo cogliere per valorizzare tutto l’aspetto propositivo e qualitativo presente nell’istituto».


Terni, ministro firma il decreto: il ‘Briccialdi’ è statale. «Vera gioia»

Istituto Briccialdi: Roberto Antonello sarà il nuovo direttore

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli