Terni, il virus gli nega l’ultimo abbraccio ai ‘suoi’ ragazzi: «Ma agli esami sarò lì con voi»

La storia del bidello Pasquale Santini che va in pensione ma sognava un epilogo diverso. «Questa ‘carogna’ ci ha tolto tanto»

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di F.L.

«Accantonato, in disuso, come un vecchio cappello di paglia sfondato, una sedia senza una gamba, una cosa che è servita fino a poco fa ma che ora è inutile, all’improvviso sono diventato questo per quella che ho sempre considerato la ‘mia’ scuola». La ‘sua’ scuola è l’istituto commerciale Federico Cesi (oggi istituto Cesi-Casagrande), lui è Pasquale Santini, 64 anni, collaboratore scolastico di Terni. Dal 1° settembre sarà in pensione dopo 25 anni di servizio ininterrotto in viale Trieste, ma per lui – come per tanti altri bidelli e docenti che si congederanno dal lavoro in questo maledetto 2020 – con la fine dell’anno scolastico non ci sarà alcuna festa di commiato né un abbraccio o un arrivederci. Colpa del coronavirus – «la carogna» come lo chiama lui -, che di colpo ha creato distanze che al momento sembrano incolmabili.

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La storia

«Non ho potuto salutare i ragazzi delle classi intermedie – racconta Santini tra la commozione -, non potrò incontrare neanche quelli che sosterranno gli esami di maturità. C’è tanta delusione, non avrei mai immaginato un epilogo così. È stata una botta fortissima, perché la scuola è stata la mia famiglia, soprattutto negli ultimi 7-8 anni, sono nati dei rapporti affettivi molto forti». Dal 5 marzo, complice la lontananza, li ha praticamente persi. «Sono tornato a scuola solo un paio di volte – racconta -, ma non potrò più rimetterci piede neanche per gli esami. Sono diabetico e iperteso, vengo considerato un soggetto a rischio in caso di contagio. Così è stato deciso dal medico competente». Una decisione che ha dovuto suo malgrado accettare, per il suo bene prima di tutto, ma che gli ha provocato tanta amarezza. «Non voglio demonizzare la scuola, malgrado tutto non dimenticherò questi 25 anni che rimarranno nel mio cuore. Ma mi manca la possibilità di rivedere i ragazzi, che al 90% conosco tutti per nome e per volto. Sono consapevole che sarà molto difficile rincontrarli tutti». E allora ai ‘suoi’ ragazzi Santini fa una promessa. «Ci sarò per gli esami, fuori dalla scuola, nel parcheggio, questo non me lo potrà impedire nessuno. Li guarderò, darò l’ultimo ‘in bocca al lupo’ e li abbraccerò, virtualmente, ma con l’affetto che ci siamo sempre dimostrati. Un modo per dire: ‘buona vita a tutti’».

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