Terni, l’ex paziente del ‘Santa Maria’: «Altro che malasanità»

Lettera aperta di Maurizio Lombardi che ringrazia «tutto il sesto piano» per quanto fatto: «Massima gratitudine e riconoscenza»

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di Maurizio Lombardi, 70 anni

Nei mesi scorsi, a causa di un’improvvisa e grave patologia cardiaca, sono stato ricoverato d’urgenza presso l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni. Ho provato sentimenti personali talmente forti, profondi e contraddittori da farmi sentire preda della morte, della speranza, di nuovo della morte e della paura, della fiducia. In un susseguirsi di emozioni condizionate dallo stato in cui mi trovavo ma, soprattutto, da quanto nel corso dei decenni si era fatto strada, nella mia testa, a seguito delle informazioni che, più o meno puntualmente, arrivano alla nostra attenzione attraverso i vari canali.

Mi riferisco alla cosiddetta ‘Italia della malasanità’ dove tutto e/o il ‘contrario di tutto’ risulta possibile e percorribile, alla faccia di ogni singolo cittadino bisognoso di cure. Ebbene, nelle mie settimane di degenza, in relazione alle varie necessità manifestate dalla patologia che mi ha colpito, sono stato ospite delle strutture di: emodinamica, unità di terapia intensiva cardiologica, sale operatorie, unità di terapia intensiva post operatoria, cardiochirurgia; praticamente di tutto il ‘sesto piano’ dell’ospedale civile ‘Santa Maria’ di Terni.

In ognuno dei momenti vissuti nelle varie strutture, mi sono reso conto, solo dopo un paio di giorni, di trovarmi di fronte ad una poli équipe sanitaria, parasanitaria e di assistenza alla persona con caratteristiche di: assoluto livello, confortante perizia, costante umanità, amorevole disponibilità ed empatia che, in controtendenza con l’Italia della malasanità, possono e potranno dare un incessante lustro alla città di Terni e farla diventare un vero e proprio punto di riferimento per il resto d’Italia e non solo.

Con la presente, pertanto, voglio esprimere pubblicamente la mia personale, massima gratitudine e riconoscenza di paziente e uomo, unitamente a quella dei miei cari congiunti a ciascun membro di questa magnifica poli équipe. Spero che questa mia testimonianza positiva possa contribuire a far tornare a parlare bene della sanità, che si è sempre distinta per le proprie eccellenze. È giusto che chi ha sbagliato paghi ma è scorretto e ingiusto ‘fare di tutta l’erba un fascio’ e buttare all’aria ciò che funziona infangando tutto.

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