Terni, l’infinita agonia dell’ex ‘Tulipano’

Dal 1976 convenzioni, rilanci e annunci: di concreto ben poco. Il direttore dei lavori Di Gioacchino: «Idea di completarlo per il 2018»

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di S.F.

«Ma che cos’è?», si chiederanno magari i turisti o le persone di passaggio che entrano in città dal RaTo, uscita Terni nord/ovest. «Ma perché è ancora tutto fermo? E quando la finiranno?», è invece la solita domanda che si pone chi in quella zona – la più abitata, ma non solo – ci vive e lavora. Sì, perché su quell’area il Comune ci ‘lavora’ da 40 anni e dal lontano 1976 nulla è cambiato. O meglio, di modifiche ce ne sono state, ma risultati pochini. È l’ex complesso immobiliare ‘Il Tulipano’ (dal 2008 ‘Le terrazze’) che, tra annunci, fallimenti, concordati e attesa, è sempre lì a svettare nello skyline di Terni. Non una cosa di cui andare fieri.

LA FOTOGALLERY: LAVORI SOSPESI E DEGRADO

il tulipano Terrazze 43La prima convenzione Era il 13 ottobre 1976 quando fu firmata la prima convenzione tra il Comune – all’epoca il sindaco era Dante Sotgiu, Pc – e la società Tulipano S.r.l. per opere di urbanizzazione previste per attrezzature turistico ricettive (volumetria pari a 70100 ), con una fidejussione di oltre 129 milioni e 300 mila lire. E i problemi sono immediati: tredici anni dopo, il 27 ottobre 1989 – primo cittadino Giacomo Porrazzini -, la società inoltra un nuovo piano di lottizzazione per completare il complesso edilizio a causa delle scadenza di tutti i termini contrattuali precedenti. Ovviamente dei lavori inseriti nella convenzione nemmeno l’ombra.

La seconda convenzione Trascorre un anno e il 12 ottobre 1990 – sotto con Mario Todini – la società Tulipano stipula una nuova convenzione: per l’urbanizzazione primaria e secondaria la fidejussione è di 900 milioni di lire, con tanto di incremento volumetrico di 5010 . Passi avanti? Macché, solo sulla carta. Salto temporale di otto anni e il 2 settembre 1998 (il sindaco è Gianfranco Ciaurro), quasi a scadenza della seconda convenzione, la San Valentino Residenza S.r.l. ufficializza al Comune il subentro alla società Tulipano: i proprietari degli immobili in riferimento alla lottizzazione diventano loro. L’amministrazione gli va incontro e il 30 settembre accetta la richiesta di proroga dei termini contrattuali – massimo 10 anni come prevede la legge – della convenzione. Bene, anzi no. Il 13 giugno del 2002 (Paolo Raffaelli sindaco) la San Valentino Residenza chiede una variazione di destinazione d’uso perché quelle approvate in precedenza avrebbero limitato il valore del bene a causa dei vincoli imposti. E intanto è tutto fermo.

il tulipano Terrazze 27Il Comune vuole risolvere l’impasse e allora la giunta, per mettere fine al degrado strutturale e alle problematiche economiche della struttura, inizia a far redigere all’ufficio preposto la variante richiesta: la perequazione urbanistica ammonta a oltre 280 mila euro. Nel giugno 2003 la San Valentino Residenza – in stato di liquidazione – comunica la volontà di trasferire l’impegno perequativo a carico dell’eventuale società acquirente.

La ‘trasformazione’ Il 28 aprile 2004 una delibera del consiglio comunale adotta la variante parziale delle destinazioni ammesse: la torre principale diventa da turistica-residenziale a residenziale con quota direzionale. Un anno dopo la ‘trasformazione’ è definitiva: l’atto dell’11 aprile 2005 ‘consente’ il passaggio da centro congressi a centro polifunzionale, il 70% è a destinazione residenziale e il restante 30% per uffici, al posto della casa vacanza prevista in precedenza. A ciò si aggiunge il mantenimento della sala conferenze. Tutto approvato.

Palla alla Sirio S.r.l. Tre anni e c’è l’ennesima ‘svolta’. Il 19 gennaio 2008 spunta all’orizzonte la Sirio S.r.l., che fa sapere al Comune di essere subentrata alla San Valentino Residenza: c’è l’acquisizione per concordato fallimentare per oltre 11 milioni di euro, con importo stimato per concretizzare i progetti pari a 12 milioni. La giunta, il 3 luglio, delibera per il completamento delle opere di urbanizzazione. Intanto le poche attività commerciali presenti sotto la torre non vanno benissimo.

il tulipano Terrazze 20Gli annunci e la riconversione Cinque mesi e arrivano annunci di speranza e ottimismo. Il 3 dicembre 2008 il sindaco Raffaelli, l’amministrazione e la proprietà della Sirio – la società fa parte del gruppo facente capo ad Antonio Pulcini, c’è lui stesso in Comune quel giorno – si incontrano per definire e parlare dell’avvio della riconversione del cantiere. Il 16 dicembre viene annunciato che il recupero del complesso è partito con l’inizio delle opere per la messa in sicurezza dell’area: «Una delle più importanti operazioni politico-amministrative del decennio», si sbilancia Raffaelli nella conferenza di presentazione. Ci sono anche l’assessore al patrimonio Lamberto Morelli, Antonio Pulcini, rappresentanti dell’istituto zooprofilattico, dell’Arpa, i lavoratori delle attività commerciali presenti nell’area e Aldo Morellato, quest’ultimo in rappresentanza della Sirio S.r.l..

Addio Il Tulipano, ecco ‘Le terrazze’ «Al fine di marcare la discontinuità con le passate gestioni e caratterizzare il complesso, anche nel nome con particolare riguardo alle opere di riqualificazione previste, la Sirio ha deciso di ribattezzarlo ‘Le Terrazze’». Questa la nota della società romana con la quale si ‘abbandona’, a 32 anni di distanza, la denominaziona storica dell’area. Inoltre la società spiega che per l’area commerciale è previsto un progetto di realizzazione di una passeggiata di collegamento delle unità commerciali al primo piano e nuovi collegamenti verticali tramite l’utilizzo di ascensori panoramici in sostituzione delle scale mobili. Tempo ipotizzato per la realizzazione tre anni, quindi fine 2011. Stima caduta nel vuoto.

Attrezzatura abbandonata

Attrezzatura abbandonata

Viabilità Il Comune vuole snellire il traffico da e per borgo Rivo – accesso e uscita dal complesso – per ridurre il congestionamento nella rotonda di piazzale Marinai d’Italia e quattro mesi dopo, aprile 2009, torna in azione. Per farlo occorre realizzare un collegamento con la zona est dell’area e il problema è che tale intervento non può ‘entrare’ – non coinvolge direttamente ‘Le terrazze’ – né tra le opere di urbanizzazione primaria né secondaria. Quindi l’importo per il collegamento, 281 mila e 749 euro, sarà versato dalla Sirio su uno specifico bilancio a parte. Nel frattempo Leopoldo Di Girolamo si appresta a diventare il nuovo sindaco.

Nel dicembre 2010 una luce nel buio. Viene inaugurata – costo di circa 6 milioni – la nuova sede dell’Arpa e il sindaco Di Girolamo, parlando dell’intero complesso, dichiara che «sarà un nuovo polo per la città, in una posizione strategica a ridosso della superstrada».  Aldo Morellato e Antonio Pulcini mostrano ottimismo per il completamento generale e nel 2013 è la struttura della sezione territoriale di Terni dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche a ‘debuttare’ all’interno dell’area.

Quattro anni dopo – siamo al maggio 2014, atto di indirizzo – la giunta comunale dà l’ok sulla proposta viaria avanzata dalla Sirio per risolvere la questione viabilità: è quella di – rappresentante legale della società – Emanuele Salvatori, riguardante la realizzazione di un sottopasso di collegamento della corsia proveniente dal centro cittadino verso via del Centenario, in grado di svincolare la maggior parte del traffico in direzione della variante e rendere migliori le condizioni di sicurezza della rotonda di piazzale Marinai d’Italia. C’è il parere favorevole dunque, con la specifica che per «la formalizzazione degli impegni è necessaria la stipula di un atto aggiuntivo alla convenzione in essere e la precisazione di fonti di finanziamento». Ci risiamo, tutto bloccato.

il tulipano Terrazze 16L’atto integrativo A parlare e scrivere in tempi recenti dell’ex Tulipano ci hanno pensato i consiglieri comunali Faliero Chiappini (Città aperta), Luigi Bencivenga (Progetto Terni) e Valdimiro Orsini (Pd): il loro atto integrativo al Dup in merito al complesso è uno degli otto approvati dal consiglio comunale. Il punto proposto è quello che di «promuovere l’apertura di un confronto con le relative proprietà per la riqualificazione e la riconversione di importanti edifici dismessi situati nel centro cittadino: Banca d’Italia, ex caserma della polizia stradale  e del ‘Tulipano’». È lo scorzo marzo, a una manciata di mesi dal ‘festeggiamento’ del quarantennale. Nel 2012 invece era stato l’allora consigliere Leo Venturi a chiedere lumi sulla vicenda.

Ripresa in arrivo Contattato da umbriaOn, è il direttore dei lavori – l’ingegnere Danilo Di Gioacchino – a spiegare le ultime vicissitudini del complesso. E a rilanciare le intenzioni della Sirio, tuttora proprietaria: «I lavori sono sospesi da un paio di anni. La Sirio crede ancora nel progetto nonostante il mercato immobiliare non li abbia di certo favoriti: stanno valutando tutte le opportunità di finanziamento dell’opera per poter ripartire. Abbiamo fatto numerosi sopralluoghi con l’istituto di credito che si sta occupando del finanziamento e sono a buon punto. L’iter per la ripresa possiamo dire che è in fase avanzata».

La torre principale «Dal 2014 è stata fatta un’attività – continua Di Gioacchino – di commercializzazione ‘sulla carta’, ma il periodo immobiliare ternano non è stato dei migliori. I lavori sulla torre principale, quantomeno a livello interno, sono molto avanzati perché erano già stati portati avanti in passato: intramezzature, colonne montanti degli impianti e divisioni ci sono. A livello generale le parti completate sono certamente meno del 50%».

il tulipano Terrazze 09Progetti e traffico In merito all’atto di indirizzo del 2014, Di Gioacchino spiega che «c’è una proposta di progettazione; se la valutazione in corso della Sirio va a buon fine come speriamo e si riparte con i lavori, automaticamente sarà necessario intervenire anche su quel frangente. Una storia vecchia, risalente ai tempi della San Valentino Residenza: il problema principale è l’uscita dal complesso nelle ore di punta».

«Idea 2018» Infine ecco un’altro termine per il completamento: «L’attività che facendo l’ufficio tecnico della Sirio dovrebbe consentirci di ripartire entro quest’anno. Il programma dei lavori presentato per il finanziamento, dal momento della partenza, dovrebbe garantirci di chiudere in due anni. Quindi l’idea è di completarlo per il 2018, supportata dalle analisi sugli sviluppi del mercato. La Sirio ritiene che uno dei motivi di facilitazione della vendita è proprio quello relativo all’ultimazione del complesso. I soldi che servono? Non sono in grado di rispondere perché personalmente mi sono occupato solamente di una parte delle opere necessarie. Non quella architettonica ad esempio e le stime totali non posso farle. Inventerei e preferisco non farlo. Lo stesso discorso – chiude Di Gioacchino – vale per l’esborso fatto finora».

Degrado e abbandono Entrando nel cantiere, come facilmente prevedibile, lo scenario è alquanto fatiscente. Crepe, strada d’accesso danneggiata, attrezzature di lavoro abbandonate, sporcizia e, scendendo qualche scalino (parte subito esterna alla torre principale), ecco ‘scricchiolii’ nefasti provenienti dalle pareti. Insomma, c’è di tutto. Ma non quello che era stato progettato 40 anni fa, in larga parte. E le ‘nozze d’oro’ con la città sono vicine.

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