
Lo spiacevole episodio accaduto martedì all’istituto ‘De Filis’, con il ritrovamento di un insetto in un piatto di spinaci, ha fatto scattare la reazione del Comune di Terni: «La All Foods deve spiegare, pronti ad una ispezione totale». A stretto giro interviene anche il CoSec che, sulla questione refezione, è da sempre ai ferri corti – o quasi – con l’amministrazione comunale.
del CoSec
L’episodio accaduto alla scuola ‘De Filis’ è solo l’ultimo di una lunga serie e dimostra, ancora una volta, lo stretto legame di indulgenza che vige tra amministrazione comunale e gestore del servizio di refezione. Non è la prima volta infatti, che accadono fatti del genere: cibo di pessima qualità, mancata consegna di diete speciali e il ritrovamento di una vite all’interno del pasto; tutto questo negli ultimi tre anni, solo nella stessa scuola.
L’ASSESSORE DE ANGELIS: «ALL FOODS SPIEGHI». LA PRESA DI POSIZIONE DELLA ‘DE FILIS’
In altre città si è provveduto, anche nei confronti della stessa ditta, all’immediata revoca dell’appalto per molto meno, mentre da noi, in 8 anni di servizio, pur a fronte di ripetute e gravi irregolarità, non si è mai emessa una sola sanzione pecuniaria. Se tutto questo è già di per sé sconcertante, lo è ancora di più pensare che ad oggi il Comune di Terni, risulti debitore di oltre 1 milione e 500 mila euro nei confronti della Cns-All Foods: un debito su cui gravano interessi di mora e per il quale non è stata accettata alcuna proposta di riduzione; una spada di Damocle, che forse non permette di agire come una pubblica amministrazione dovrebbe.

LE DIFFORMITA’ DEGLI ULTIMI TRE ANNI SEGNALATE DALLA IV° COMMISSIONE
Le dichiarazioni dell’assessore appaiono alquanto ipocrite rispetto alla gravità della situazione: perché non si è mai intervenuti prima, quando invece il Comune avrebbe potuto sottrarsi dal pagamento di tutti i pasti distribuiti nella scuola, in cui si erano riscontrate queste irregolarità? Una sola risposta: complicità.
Perché assessore e dirigente non ci spiegano quali sono le loro reali intenzioni, rispetto alla richiesta pervenuta da parte del Cns sull’attestazione del regolare svolgimento del servizio per lo sblocco dei 137 mila, 890 euro e 95 centesimi di cauzione? Sarebbe interessante sapere se il Comune agirà con apposita delibera, detraendo un importo commisurato alle innumerevoli irregolarità riscontrate nel corso di tutti questi anni.
Del resto per una ditta, già sottoposta a provvedimento di decadenza in altre città e tutt’ora sotto indagine o rinviata a giudizio nella nostra Regione, dovrebbe essere preclusa la possibilità di partecipare ad un nuovo bando per lo stesso servizio. E invece ci si preoccupa di continuare a raccontare la favola di un servizio da primato, partecipato dall’utenza e così rispettoso dell’ambiente da garantire, in un unico menù, la presenza di flora e fauna.
Intanto però i genitori continuano a pagare e, nonostante le richieste di rimodulazione delle fasce Isee, per una più equa redistribuzione degli importi, di estensione del buono pasto come modalità di riscossione, dell’istituzione di una clausola sociale contro l’esclusione di bambini con famiglie a basso reddito, il Comune resta in silenzio.
Oltretutto è impensabile che, ad oggi, l’ultimo bollettino di riscossione inviato ad i genitori, sia per il servizio di refezione che per quello dei nidi, porti la data di settembre 2016: qualsiasi eventuale richiesta di pagamento dell’importo complessivo arretrato, in un unico versamento, verrà respinta con forza al mittente; sia esso il Comune o il privato.
Come già annunciato e dopo quanto successo, abbiamo inviato un atto di diffida nei confronti del Comune chiedendo la decurtazione della cauzione secondo l’iter previsto, e l’immediata modifica del bando sulla base dei punti prestabiliti all’interno della D.C.C. n.195 del 31 maggio 2016. Il CoSec ha da sempre difeso e richiesto l’estensione del ‘cotto e mangiato’ e della modalità a gestione diretta, tuttora presente nelle scuole comunali, nidi e infanzia, quale modello per un servizio pubblico di qualità e accessibile.
Il Comune, con voluta incompetenza e malafede nella gestione dei costi, ha deciso di chiudere le scuole e cedere in concessione il servizio, appaltando la sua funzione educatrice, alimentare e sociale, al privato. Dinanzi a tale ignavia nei confronti di genitori e bambini diventa doveroso che, anche nella nostra città, dando seguito alle indicazioni del Miur, sia garantito il diritto di scelta per il pasto da casa, a tutela di tutti coloro che si riterranno insoddisfatti del servizio.
Questo diritto, come quello della carta dei servizi e del comitato mensa cittadino, tanto più per un affidamento in concessione, sono punti imprescindibili. State pure certi, che ve li faremo rispettare.