di Francesca Torricelli
Un gesto semplice, ma dal significato profondo. Un pomeriggio di emozioni, di sorrisi veri, di sogni che, anche solo per un giorno, diventano realtà. Lo scorso 3 giugno, il bar pasticceria Creo di Terni ha accolto Michele, un ragazzo di 17 anni con disabilità cognitiva, permettendogli di vestire i panni del barman per qualche ora e realizzare così un desiderio che custodiva da tempo.
A raccontarci questa emozionante esperienza è sua mamma Paola. «Ci tenevo a fare un plauso particolare ai gestori del bar per aver accolto mio figlio Michele, permettendogli di provare l’ebrezza di essere un barman per un giorno. Gli hanno donato tanta felicità e incoraggiamento per le sue capacità. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’Istituto alberghiero Casagrande-Cesi di Terni». Michele, infatti, frequenta il terzo anno dell’indirizzo sala-bar dell’Istituto, seguito con grande attenzione e cura dai suoi professori. È un ragazzo con una disabilità cognitiva che non lo rende particolarmente autonomo, ma che non ha mai spento in lui la voglia di imparare, mettersi in gioco, sentirsi parte di qualcosa.
«Per dargli fiducia in se stesso – spiega la mamma – i professori che lo seguono lo hanno aiutato a preparare un cocktail, facendogli imparare a farlo più volte. Poi la Creo, con grande sensibilità, lo ha accolto e, per un paio d’ore, lo ha fatto lavorare dietro il bancone, dove ha preparato questo cocktail per amici, parenti e anche per i clienti del locale». Un piccolo grande evento che ha lasciato il segno. «Il titolare della pasticceria ha mostrato subito disponibilità e apertura, accogliendo Michele con un sorriso sincero e offrendogli un contesto protetto ma autentico in cui mettersi alla prova».
Esperienze come questa, sottolinea ancora la mamma, «valorizzano le sue capacità, rafforzano l’autostima e lanciano un messaggio positivo alla società. Dovremmo iniziare a cambiare un po’ la cognizione della disabilità, capire che, pur con le loro caratteristiche, i ragazzi come Michele possono essere comunque valevoli». È con questo spirito che nasce il suo appello. Non solo un grazie sentito al bar pasticceria e all’Istituto, ma anche un invito aperto a tutte le aziende del territorio: «Grazie a chi è ancora sensibile. Speriamo che questa esperienza possa sensibilizzare altre imprese del territorio, affinché si aprano sempre più spazi per l’inclusione lavorativa dei ragazzi con disabilità». Una storia che commuove, ma soprattutto ispira. E che ci ricorda quanto anche un solo gesto, fatto con il cuore, possa cambiare la vita di qualcuno.