Oltre trent’anni di carcere: questo l’ammontare delle pene stabilite giovedì dal gip del tribunale di Terni, Francesca Grotteria, nei confronti di otto dei dodici arrestati dell’operazione antidroga ‘Cerqueto’, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Terni ed emersa nel luglio dello scorso anno con le misure cautelari (dieci custodie in carcere e due ai domiciliari) disposte dal gip Barbara Di Giovannantonio su richiesta del pm Marco Stramaglia.
Gli otto, per i quali la procura aveva chiesto il giudizio immediato, sono stati giudicati con le modalità del rito abbreviato – come chiesto dalle difese – e all’atto della sentenza si sono visti riconoscere le attenuanti generiche. Le pene stabilite dal tribunale, comunque, sono in linea con quanto chiesto in aula dal pm Stramaglia.
Nel dettaglio, il 42enne albanese E.O. – ritenuto al vertice del sodalizio italo-albanese-romeno dedito al traffico ed allo spaccio di droga – è stato condannato a nove anni e due mesi di reclusione. E poi: la 39enne romena E.D.B. a due anni e nove mesi, il 43enne L.C. di Terni a quattro anni e due mesi, il 64enne G.T. di Massa Martana a 3 anni e quattro mesi, il 49enne F.T. anche lui massetano a due anni, undici mesi e venti giorni, il 36enne D.N. di origini albanesi a due anni e 9 mesi, il 31enne A.N. anche lui albanese a due anni e 10 mesi e il 36enne romeno E.M.P. a due anni e dieci mesi. A difendere gli imputati ci sono gli avvocati Francesco Mattiangeli, Leonardo Proietti, Daniela Paccoi e Marco Casalini.
Il lavoro investigativo, certosino e condotto da procura di Terni e Nucleo investigativo dell’Arma fra il 2022 e il 2023, ha portato alla luce un sodalizio, il cui ‘capo’ risiede nella zona di borgo Rivo, in grado di trasportare a Terni e quindi spacciare ingenti quantitativi di droga, in particolare cocaina. Con un giro di affari stimato in 150 mila euro al mese e in grado di soddisfare le esigenze sia degli acquirenti ternani, ma anche di diversi provenienti dal reatino e dallo spoletino.
Fiumi di cocaina che hanno visto, nel tempo, arresti in flagrante, sequestri – in un caso i militari avevano trovato 15 mila euro in contanti, provento del ‘giro’ – e tanti contatti com clienti, più e meno fidati. Quelli fidati venivano anche fatti avvicinare alla ‘base’ in zona Cerqueto – borgo Rivo – per prendere la droga, ma il sistema era in grado di gestire situazioni e tipi differenti di clientela. Tutte azioni che non sono sfuggite agli investigatori, fra metodi più e meno tradizionali – vedi i trojan – di indagine. Poi gli arresti e ora le prime condanne: spetterà alle difese valutare gli eventuali appelli.
Terni, blitz antidroga dei carabinieri: dodici arrestati, coinvolti quattro ternani