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Home » Terni: «PFAS nelle acque. Un esposto per fare chiarezza»

Terni: «PFAS nelle acque. Un esposto per fare chiarezza»

di Fabio Toni
9 Ottobre 2024
in Ambiente e salute, Dal territorio
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Gianfranco Mascia e Francesca Arca

Gianfranco Mascia e Francesca Arca

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Un esposto per chiedere alle procure di Perugia e Terni, attraverso i carabinieri forestali di Terni, di fare piena luce sulla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque di diversi Comuni del Ternano. Lo hanno depositato martedì mattina, presso il comando provinciale dell’Arma in via Radice, gli esponenti di Europa Verde Umbria, Gianfranco Mascia (portavoce regionale) e Francesca Arca (referente di Terni).

La vicenda prendere le mosse da quanto denunciato in questi giorni da Andrea Liberati (Italia Nostra) ovvero che, a seguito di accertamenti eseguiti da Arpa Umbria nel 2018 e rimasti sconosciuti di più, è emersa la presenza di tali sostanze nelle acqua pubbliche, ed in particolare in tre pozzi – Fontana di Polo, Cerasola e Argentello – che servono le zone di Terni nord, San Gemini sud, Amelia, Penna in Teverina, Lugnano in Teverina, Giove, Attigliano, Alviano, Guardea e Montecchio.

Gianfranco Mascia e Francesca Arca

«Queste sostanze – hanno detto Mascia ed Arca – sono nocive per la salute, come dimostrato da dettagliate ricerche. La costante esposizione a PFAS e PFOA, neurotossici ed interferenti endocrini, può avere pesanti conseguenze per organi come fegato, tiroide, per la fertilità che a Terni conta numeri preoccupanti. Il punto è che nella Conca, come affermato qualche tempo fa anche da un dirigente dell’azienda sanitaria, l’inquinamento è endemico. Le criticità riguardano l’aria, il suolo anche con gli incendi di rifiuti che si sono ripetuti negli ultimi anni, e le acque. La contaminazione da PFAS, rimasta nei rapporti di Arpa ma seguita da un silenzio assordante rotto solo di recente, è la ‘ciliegina sulla torta’ per una popolazione che da anni attende la bonifica dei siti inquinati ma soprattutto chiarezza e un’indagine epidemiologica che vada oltre le conclusioni dello Studio Sentieri, ormai datate».

Da qui l’esposto: «Confidiamo che carabinieri forestali e procure possano fare piena luce, con accertamenti in grado di dirci una volta per tutte cosa beviamo, ma anche per capire se le istituzioni abbiamo omesso di comunicare o, peggio, di agire in un contesto di rischio per la salute pubblica». Sotto la lente di Europa Verde ci finisce anche il Servizio Idrico e, in questo caso, per ragioni politiche: «La gestione privata delle acque non ha portato alcun miglioramento, anzi. Le tariffe per gli utenti sono cresciute esponenzialmente, senza alcun particolare beneficio».

Di recente anche Greenpeace si è interessata, su scala nazionale, del problema-PFAS con prelievi in ogni parte d’Italia, anche a Terni. «Vedremo cosa emergerà dai dati. Di certo un punto va messo perché i cittadini del territorio, visto che la problematica non è solo ‘ternana’, meritano risposte. Che finora non ci sono state, come se andasse tutto bene».

Parole condivise anche da Pierluigi Rainone di ‘Medicina Democratica’: «Un intervento dell’autorità giudiziaria non è più rinviabile sul fronte ambientale. A Terni deve rimettersi in moto questa attenzione che, negli ultimi anni, non ha visto indagini tali da chiarire quale sia la situazione del territorio». Europa Verde Umbria ha anche annunciato che chiederà ad Arpa gli atti relativi alle analisi ambientali effettuate.

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