Attività commerciali Terni, via libera a preadozione piano

Documento di programmazione, scattano i confronti con le associazioni di categoria

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Il documento di programmazione delle attività commerciali, il piano del commercio. Lo ha preadottato mercoledì mattina la giunta Latini dopo il lavoro delle direzioni comunali coinvolte: ora la convocazione del tavolo di concertazione con le associazioni di categoria.

IL DOCUMENTO PREADOTTATO DAL COMUNE

Via Roma

L’iter

A parlarne sono gli assessori proponenti, vale a dire Federico Cini per l’urbanistica e Stefano Fatale per lo sviluppo economico: «Inizia oggi – il commento di Cini – la fase di concertazione relativa alla programmazione commerciale del comune, che vedrà nelle prossime settimane il confronto tra l’amministrazione e tutti i portatori di interesse, con l’obiettivo di fare tutti insieme un importante passo in avanti in tema di governo del territorio e di supporto alle attività commerciali vecchie e nuove. Questo documento, oltre a rispondere ovviamente agli obblighi di legge in tema di insediamento di medie e grandi superfici commerciali, sarà inoltre una cornice all’interno della quale si collocheranno ulteriori momenti di pianificazione, primo tra tutti il qsv già avviato, in cui si dettaglierà meglio la strategia di prospettiva sull’area del centro città». Per Fatale è un passaggio «fondamentale perché dopo anni di mancanza di programmazione, iniziamo una fase nuova nella quale sarà fondamentale il confronto e il contributo delle associazioni di categoria, per risolvere insieme questioni delle quali si discute da moltissimo tempo, come quella delle grandi e medie superfici e per il rilancio del centro storico». C’è stato il contributo di Confartigianato e Cna Umbria.

Corso Tacito

Il gruppo di lavoro

Costituito uno specifico gruppo di lavoro con le direzioni comunali coinvolte: urbanistica, sviluppo economico e promozione: l’atto «costituisce, nei termini in cui sarà successivamente approvato, la disciplina del commercio alla scala territoriale al quale seguirà, in stretta correlazione temporale e secondo il criterio di progressivo approfondimento per ambiti e per temi, la parte di programmazione delle attività nell’ambito delle aree centrali del capoluogo attraverso la redazione del quadro strategico di valorizzazione obbligatorio». Tra gli obiettivi – ricorda il Comune – la capacità di «contribuire a caratterizzare, salvaguardare e valorizzare la città consolidata ed i suoi caratteri identitari legati all’articolazione e integrazione funzionale dei suoi ambiti; il ruolo fondamentale di prossimità dei servizi commerciali di vicinato e medie superfici, M1 ed M2, nel contribuire alla qualità della vita dei quartieri e in genere dei nuclei residenziali, da preferire alla concentrazione delle grandi superfici di vendita, da cui possono più facilmente e più gravemente derivare squilibri urbanistici e marginalizzazione delle aree più esterne; una maggiore accessibilità della rete commerciale se integrata al tessuto residenziale, con positive ricadute sulla fruibilità da parte degli utenti, compresa la crescente popolazione anziana, nonché sul sistema della mobilità a favore del trasporto pubblico rispetto a quello privato ed alle sue ricadute negative; il ruolo del commercio anche in relazione alla valorizzazione delle filiere di qualità legate al territorio ed alle sue produzioni, con particolare riferimento ai prodotti tipici, alle produzioni agricole biologiche ed alla filiera corta; l’innovazione dei servizi commerciali attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie alla promozione e vendita dei prodotti, nonché al sistema di distribuzione degli stessi, anche puntando all’allargamento e qualificazione dell’offerta; la limitazione del consumo di suolo e il sostegno alla rigenerazione urbana privilegiando, per le nuove aree commerciali, la valorizzazione dei siti dismessi e/o già in precedenza urbanizzati, favorendo un approccio imperniato sul recupero dell’esistente e sulla ricollocazione negli ambiti urbani da rivitalizzare; il favorire processi di valorizzazione e promozione del settore commerciale attraverso la creazione di reti o altre forme di cooperazione o iniziative tra esercizi, con la pubblica amministrazione, le associazioni di categoria e/o con altri soggetti a vario titolo interessati». Tra i principali protagonisti i dirigenti Paolo Grigioni e Claudio Bedini.

Gli insediamenti

Il documento – si legge nell’atto – tiene conto delle «caratteristiche urbanistiche e delle caratteristiche qualitative degli insediamenti (Prg), dei fattori di mobilità, traffico, parcheggi (Pums), dell’inquinamento acustico e ambientale, degli spazi verdi, dell’adeguata integrazione delle attività economiche esistenti e del
corretto utilizzo degli spazi aggregativi pubblici nonché di uso pubblico. Ove necessario, il Comune, tenendo conto dei criteri regionali e in relazione alla previsione di eventuali nuovi insediamenti commerciali, potrà adeguare i propri strumenti urbanistici individuando eventuali aree da ritenersi sature tenuto conto delle condizioni di sostenibilità ambientale, infrastrutturale, logistica e di mobilità relative a specifici ambiti territoriali; le aree di localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita, tenuto anche conto di eventuali addensamenti di esercizi che producono impatti sostanzialmente equivalenti».

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