Scuole Terni: «Nessun investimento sui Sec»

L’Usb pubblico impiego attacca: «Il sindaco dimentica quali sono le priorità nel periodo che stiamo tutti vivendo»

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di Usb pubblico impiego – Terni

Il Piano-Scuola 2020-2021 del Ministero dell’Istruzione è assolutamente da respingere. Quella che ne emerge è una scuola pubblica che non è più tale, nella quale lo Stato ancora una volta abdica al suo ruolo, manca di investire economicamente, favorendo ancora di più l’infiltrazione del privato, si depotenzia anche in questo settore lo stato sociale a vantaggio delle aziende e del loro lucro.

Si punta nella direzione sbagliata: la scuola ha bisogno di classi meno numerose, di incremento degli organici, personale docente e di supporto, e di ampliamento dell’edilizia scolastica. Invece si parla di accorpare insegnamenti e gruppi di studenti anche di anni diversi, oltre che di ‘rimodulare’ (leggi ‘ridurre’) l’ora di lezione: tutto per convogliare altrove le risorse economiche. Irricevibile la prospettiva di coinvolgere privati e terzo settore per offrire attività alternative alla didattica: prima è doveroso assumere tutti gli insegnanti precari e lavorare per aumentare il numero delle classi, rendendole meno numerose.

Per la riapertura di settembre si profila un ulteriore depauperamento della scuola pubblica, mentre con la scusa dell’autonomia scolastica si fa ricadere tutto sugli enti locali e le istituzioni territoriali. Mai come in questo momento sarebbe necessaria una riassunzione del ruolo centrale da parte dello Stato per sostenere economicamente e con indirizzi univoci le istituzioni territoriali. Invece si è scelta la strada opposta, scaricando la responsabilità sui livelli locali ove, in alcuni casi, alla drammatica situazione economica si sommano il disinteresse o, più spesso l’avversione politica, l’incapacità e l’incompetenza gestionali: il Comune di Terni è proprio uno di questi casi.

Proprio in questi giorni vengono accolte le nuove domande e le conferme di iscrizione per i nidi d’infanzia ed i centri per bambini e bambine e in città qua e là si vedono manifesti colorati che informano sulla cosa. Per ragioni di sicurezza e di contenimento del rischio di contagio le domande si presentano con posta elettronica, salvo situazioni di impossibilità materiale, in cui su appuntamento si può presentare la domanda cartacea. Sembrerebbe tutto a posto, ma non è così, perché il personale della segreteria, per ricevere le domande cartacee, non può dare appuntamento nella sede della direzione ed è costretto a spostarsi, in orari e su percorsi che per la stagione sono invivibili, presso la biblioteca, poiché il parco della ex-foresteria è ancora chiuso, con erbacce anche di un metro persino davanti al portone di accesso e lo sportello non è stato neanche dotato di pannelli di plexiglas.

Disinteresse totale per quanto riguarda l’organizzazione delle varie attività, sia quelle di Lead, in questo periodo di chiusura, sia quelle di chiusura dell’anno scolastico, tutte strettamente connesse all’immagine che i Sec offrono alla città. Al netto dell’affissione dei manifesti, vi è una mancata assunzione di responsabilità che preoccupa molto tutti, ad iniziare dal personale educativo, costantemente lasciato solo a preparare iniziative e ad assumersi responsabilità sulle stesse.

Niente mascherine né disinfettanti, né supporti logistici di alcun genere sono stati forniti per i saluti di fine anno, tanto che, avendo i giardini delle scuole infestati da erbacce, i servizi sono stati costretti a ripiegare su parchi pubblici. Per la riapertura di settembre si riscontra la stessa indefinitezza ed approssimazione, visto che ancora neanche è dato sapere se i minimi lavori di manutenzione richiesti (per la corretta gestione dei percorsi di ingresso/uscita) verranno o meno eseguiti, col rischio di non poter attuare quanto progettato.

Sul sito del Comune di Terni, così come sui manifesti in giro per la città, si pone giustamente l’accento sulla sicurezza: abbiamo ingenuamente pensato che si volessero attuare nuovi protocolli, riorganizzare spazi ed individuarne di nuovi, soprattutto assumere personale. Invece non ci sarà nessun incremento di personale, che permetterebbe di fare gruppi/sezioni meno numerose, mantenendo in tal modo la medesima ricettività totale; non saranno individuati nuovi spazi, utilizzabili quando stare all’aperto non sarà possibile; non è dato sapere come si intende procedere rispetto alle indispensabili supplenze, visto che la graduatoria relativa conta pochissime unità.

In sintesi non si intende fare alcun investimento sui Sec. In compenso, viene aumentato l’orario di lavoro della dietista. Una carenza cronica del personale insegnante ed educativo, che impedisce di ottemperare ad una delle principali funzioni proprie dei Comuni, garantire il diritto delle famiglie ad avere un servizio educativo adeguato, che certamente porterà ad una contrazione dell’orario di funzionamento dei servizi e molto probabilmente ad una riduzione significativa del numero di posti disponibili, e l’unica cosa concreta che si decide di realizzare è di quasi raddoppiare l’orario di lavoro della dietista e da subito, senza neanche attendere la riapertura delle scuole. Probabilmente il sindaco ha molto a cuore la sicurezza alimentare, tanto da dimenticare quali sono le priorità nel periodo che stiamo tutti vivendo. Quale sarà il futuro dei servizi è fin troppo evidente: bisognerebbe però avere il coraggio della chiarezza e della trasparenza, nei confronti della città e degli utenti.

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