Nel contesto del progetto di ‘connessione urbana’ – le risorse sono quelle del Piano periferie – fra piazza Dante e via Mazzini, progetto che il Comune di Terni sta portando a realizzazione, spicca l’intervento di riqualificazione urbana di piazza Tre Monumenti. In particolare l’installazione di un’opera al centro della rotatoria, rappresentata da tre blocchi di travertino con il più alto che misura sei metri e gli altri a scalare. Quell’opera, in termini di struttura, può dirsi conclusa: ora dovranno essere poste le coperture in marmo e si dovrà procedere alla realizzazione del verde che accompagnerà la nuova rotatoria, nucleo rinnovato e riqualificato di un quartiere che da tempo attendeva un nuovo slancio. Slancio che, i questo caso, guarda ai legami del territorio con la storia.
Sì perché il nuovo design di piazza Tre Monumenti è frutto del premio ‘Franco Maroni’, la sua edizione 2022, che – vinto dall’architetto Manlio Valentino Maltese – ha portato ad ideare un nuovo futuro per piazza Tre Monumenti, guardando al suo passato. Riuscendoci non solo in termini progettuali ma, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale – decisivo un incontro datato luglio 2023 in cui il sindaco Bandecchi ha preso consapevolezza del progetto e la possibilità di inserirlo nella nuova ‘connessione urbana’ della piazza -, anche sul piano della concreta realizzazione. In tutto ciò la regìa è quell del Lions Club Terni Host, che organizza il premio intitolato alla memoria dell’architetto Franco Maroni e che ha messo a disposizione della città il progetto dell’architetto Maltese.
Ma tornando al legame fra la nuova creazione e la storia, va chiarito come i tre manufatti in travertino al centro della piazza – nelle intenzioni dell’architetto Maltese – vadano a richiamare quell’unico bozzetto esistente, realizzato dall’artista Francesco Di Giorgio Martini dopo una visita fra Terni e Spoleto datata 1400 e conservato agli Uffizi, che riporta i tre basamenti delle statue degli imperatori romani Marco Claudio Tacito, Marco Cocceio Nerva e Annio Floriano, legati per natali al territorio ternano e narnese. Quei basamenti, poi, vennero distrutti intorno al 1500 per volere di Papa Pio V e i resti marmorei vennero utilizzati per fortificare le mura cittadine. Oggi, nell’idea progettuale donata dal Lions Club Terni Host – al tempo del concorso il presidente era Paolo Alunni Pistoli e la continuità , la ‘spinta’, è stata garantita dall’attuale presidente Alessandra Robatto – quell’antica concezione torna a galla in chiave moderna, connessa al contesto e in grado di dirci ‘chi siamo’.
Terni, premio ‘Franco Maroni’: vince l’architetto Manlio Valentino Maltese