di S.F.
Una modifica dell’impianto di cogenerazione alimentato da fonte fossile – metano – con approvazione all’unanimità del progetto e conclusione favorevole della conferenza di servizi. Riguarda la Edison Spa ed un’area all’interno del polo chimico di Terni: c’è il semaforo verde della Regione Umbria con firma del dirigente Andrea Monsignori. Il documento è stato pubblicato nel numero 34 del Bur.
LA EDISON E IL MAXI IMPIANTO FLOTTANTE FOTOVOLTAICO A NARNI: STOP DALLA REGIONE

Di cosa si tratta? In sostanza la società milanese ha chiesto ed ottenuto la modifica dell’impianto esistente per l’installazione di una nuova unità di produzione per «acqua demineralizzata operante con la tecnologia dell’osmosi inversa, completa di elettro-deionizzazione finale e delle relative opere ed infrastrutture connesse». Le particelle coinvolte sono numerose, tutte nel complesso del polo chimico ternano. Così come le prescrizioni per poter procedere all’effettiva realizzazione dell’opera. Viene specificato in primis che la consistenza dell’impianto di cogenerazione resta la stessa. La Edison in ogni caso, prima di partire con i lavori, dovrà inviare il progetto esecutivo ai soggetti coinvolti e avvisare Regione, Arpa e Comune di Terni.
EDISON E L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO NEL POLO CHIMICO

L’avvio dell’operazione dovrà avvenire entro un anno dal provvedimento di autorizzazione unica e la conclusione da completare entro tre anni: «Le acque reflue industriali, costituite dal concentrato dell’unità di produzione acqua demineralizzata dovranno essere inviate alla vasca V2 esistente e scaricate nel fiume Nera». Ovviamente la società lombarda dovrà attuare tutti gli «accorgimenti necessari al fine di evitare lo sversamento, sui terreni delle aree di lavoro e dei cantieri, di tutti i prodotti in grado di modificare la qualità delle acque superficiali e di falda».