di S.F.
La ristorazione scolastica del Comune di Terni, un elemento chiave anche per capire la difficoltà economica della città negli ultimi anni. I dati, più che interessanti, emergono a causa dell’integrazione delle risorse firmate a favore della società cooperativa Gemos: l’imputazione di spesa vale ben 375 mila euro e fa riferimento alla concessione valida dal settembre 2017 a tutto il 2024. In arrivo la nuova gara.
AGOSTO 2022, RISTORAZIONE: GEMOS AVANTI FINO A TUTTO IL 2024
ESTATE 2017, GEMOS SI PRENDE IL SERVIZIO: VIA LIBERA AL MAXI AFFIDAMENTO
Breve passo indietro. Il Comune – battute finale dell’era Di Girolamo – il 22 settembre del 2017 rese efficace l’aggiudicazione a favore della società romagnola per una spesa di 7,5 milioni di euro. In sette anni tuttavia sono cambiate un bel po’ di cose. A partire dall’aumento del prezzo del pasto: è passato, come riporta il documento firmato dal dirigente all’istruzione Francesco Saverio Vista, da 5,17 euro (2017) a 5,92 per via dell’inflazione. E non è l’unica novità rispetto all’epoca.
25 AGOSTO 2017, L’EX DIRIGENTE VIRILI FIRMA L’AFFIDAMENTO
Viene fatto presente che c’è stato un incremento incredibile del numero di utenti appartenenti alle fasce più deboli (Isee), «causando in questo senso un aumento consistente della spesa a carico del Comune». Interessante ed indicativo. Nel 2017 erano ‘solo’ 539, a marzo 2024 sono diventati 1.413. Di fatto triplicati o quasi. Di conseguenza è cresciuta l’esborso del Comune per coprire la parte restante del prezzo del pasto non pagato dai cittadini. «Una spesa del tutto imprevista ed imprevedibile, ovvero l’aumento delle fasce di popolazione con Isee ridotto».
Gli altri fattori che fanno scattare l’aumento sono il passaggio dal prezzo del pasto a crudo a quello a caldo in tre scuole (Rataplan nido e infanzia, Arcobaleno) «per la mancanza di personale comunale con ulteriore aggravio di spesa per l’ente» e la riduzione dell’entrata a tariffa fissa mensile per il concessionario, in questo caso per la «diminuzione degli iscritti da 1.842 nel 2017 a 1.037 oggi». E l’ente deve compensare: «La differenza di 805 utenti che non versano più tariffa unica – Euro 97,41 – per un totale di 78.415 euro, aumentano la spesa dell’Ente del medesimo importo». Di mezzo anche il periodo Covid e l’interruzione del servizio.
IL BILANCIO DEL 1° ANNO GEMOS: PAGLIERANI E PLACCI
In definitiva le risorse impegnate non bastano per arrivare a coprire fino a tutto il 2024. E già dal 3 maggio 2024 è stata richiesta l’integrazione per non avere problemi. Assestamento generale di bilancio e via libera per il corposo esborso. Ad occuparsi della questione è stato in primis il funzionario con elevata qualificazione Corrado Mazzoli, il responsabile unico del procedimento.