Terni, rientro a scuola: ‘mal di pancia’ alla Aldo Moro

La riapertura del 14 settembre sta mettendo in difficoltà il mondo dell’istruzione. Un esempio è quello della scuola ternana

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di Fra.Tor.

Per la scuola in Italia è corsa contro il tempo, in vista del 14 settembre, per docenti e dirigenti scolastici alle prese con molti problemi da risolvere a causa delle norme di sicurezza che l’emergenza sanitaria impone. Tra le difficoltà spicca su tutte quella della carenza di organico oltre, purtroppo, quella dell’organizzazione delle aule per il distanziamento sociale. Anche a Terni la situazione non è sicuramente di facile gestione tanto che alla scuola primaria ‘Battisti direzione didattica ‘Aldo Moro’, venerdì mattina, una rappresentanza dei genitori ha richiesto ed ottenuto un incontro con il dirigente scolastico, la professoressa Maria Principato.

La carenza di organico 

«Abbiamo richiesto un incontro con il dirigente scolastico – racconta una mamma ad umbriaOn – perché giovedì sera, a quattro giorni dall’inizio dell’anno scolastico, siamo venuti a conoscenza di alcune misure e stravolgimenti vari che sinceramente avremmo voluto sapere prima e per i quali avremmo gradito uno scambio di opinioni. Prima di tutto l’orario scolastico – è stato assicurato che si tratta di una soluzione provvisoria – ha subìto una vera e proprie ‘rivoluzione’ a causa della carenza di organico: nella ‘Battisti’ da 27 ore di lezione settimanali i nostri figli passeranno a 22 ore. In poche parole, lo scorso anno le lezioni si svolgevano dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.30, mentre dal 14 settembre, per tre giorni alla settimana si svolgeranno dalle 8 alle 12 e per due giorni dalle 8 alle 13». Per quanto riguarda, invece, l’Aldo Moro, interviene un altro genitore, «è previsto un pomeriggio a rotazione tra le varie classi dalle 14.30 alle 17, dunque io avendo due bambine una rimane a casa il giovedì e l’altra il venerdì, ma come me ci sono molti altri genitori con la stessa problematica. Una mamma ha addirittura tre figli». Inutile dire quanto questo metta in estrema difficoltà genitori che lavorano e che non hanno la possibilità di far affidamento su nonni o baby sitter. Ma non si tratta solo di questo, purtroppo.

Le classi ‘satellite’

L’altro problema riscontrato dai genitori riguarda le aule e la distribuzione degli spazi per i bambini. «Le aule non potranno contenere lo stesso numero di bambini che avevano prima dell’emergenza sanitaria. Sempre giovedì sera, infatti, siamo venuti a conoscenza del fatto che in ogni aula potranno stare massimo 18 bambini e a rotazione settimanale. I bambini ‘in eccesso’ di ogni classe saranno trasferiti in una classe ‘satellite’ dove seguiranno delle lezioni di laboratorio con altri insegnanti. Tutto questo a discapito della didattica e della creazione di rapporti e legami con gli altri compagni e con le maestre. Per non parlare poi della difficoltà di contenere il virus qualora un insegnante o uno studente dovesse risultare positivo nel corso dell’anno, dato che tutti saranno ‘mischiati’ con tutti, in quarantena andrebbero 50 bambini più relative famiglie».

L’incontro con il dirigente scolastico

Secondo quanto racconta il genitore, «il dirigente scolastico ci ha spiegato di aver fatto richiesta al Comune per l’utilizzo di alcuni spazi esterni, come stabili al momento in disuso. Purtroppo ad oggi non ci sono stati riscontri, ma anche per quegli spazi, in ogni caso, servirà del tempo per la messa a norma e in sicurezza. Dal canto nostro siamo stati categorici: possiamo venire incontro alla scuola per quanto riguarda gli orari, perché capiamo che il periodo è difficile per tutti, ma non vogliamo assolutamente lo smembramento delle classi. Vogliamo essere avvisati per tempo dello spostamento dei nostri figli in queste classi ‘satellite’ per decidere se mandarli o meno a scuola in quelle settimane di rotazione. Siamo scontenti e crediamo che i nostri figli non saranno in sicurezza, per questo motivo stiamo organizzando un comitato dei genitori per farci portavoce con chi di dovere di tutte queste problematiche».

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