di Francesca Torricelli
Da settimane lavorano per adeguare le proprie attivitร alle linee guida del Governo, investendo anche notevolmente. Alcuni puntano a privilegiare gli spazi esterni, altri chiedono ai clienti una prenotazione obbligatoria per aver modo di organizzare la sala. I ristoranti, dopo due mesi di consegne a domicilio e asporto, sono pronti a riaccogliere i loro clienti, ma non tutti hanno scelto di riaprire. Almeno per il momento. ยซServono delle tutele per garantire a noi ristoratori di poter lavorare in serenitร ยป, dicono alcuni imprenditori che, lunedรฌ 18 maggio hanno scelto di non effettuare servizio al tavolo. ยซIn questa situazione drammatica รจ facilissimo โaffondareโ. Chi ci aiuterร in caso di fallimento? Servono garanzie e strumenti perchรฉ questo non accada. Mettere unโattivitร a norma prevede un investimento economico che non tutti possiamo permetterci avendo avuto i ristoranti chiusi o ad attivitร ridotta per due mesi. E se poi la gente ha ancora paura e non viene a trovarci? Non ce lo possiamo permettere e vogliamo anche tutelare il nostro personale. Per ora lasciamo aprire chi รจ piรน coraggioso o ha maggiori possibilitร e vediamo che succedeยป.