Disagi senza fine per pendolari e viaggiatori umbri da e per la Capitale, protagonisti loro malgrado di una ennesima brutta avventura avvenuta sabato sera: l’ultimo treno Roma-Terni è soppresso per lavori sulla linea, ma il bus sostitutivo partito da Termini non passa alla stazione Tiburtina e così una ventina di persone – famiglie con bambini comprese – sono rimaste letteralmente a piedi. Solo l’intervento della Polfer è riuscito a permettere loro di tornare a casa, ormai a notte fonda.
A raccontare l’accaduto in un post sulla pagina Facebook Pendolari Terni-Roma è uno dei malcapitati. «Il treno 4538 delle 22.57 da Termini a Terni – scrive – è soppresso per lavori sulla linea. Era previsto il servizio bus sostitutivo alle 23 fino a Orte e poi treno in coincidenza da Orte a Terni. A Tiburtina ci sono circa 20 persone di cui due bambini. Gente che torna dal proprio lavoro, turni serali, gente con la propria dignità . Sono le 23.45 e ancora non passa nessun mezzo. Tiburtina dopo le 21 è un deserto. Nessuno a cui chiedere, nessun riferimento Trenitalia. Siamo smarriti».
Il gruppo decide quindi di rivolgersi alla polizia ferroviaria. «Chiamano la sala di controllo a Termini. Dalla sala di controllo alzano le mani ‘a noi gli autobus risultano partiti e poi è trasporto regionale umbro possiamo fare poco’ … come dire che ci siamo sbagliati in 20 e in più siamo nel Lazio… Mica è competenza loro il collegamento Roma(Lazio) – Terni (Umbria)… Con la Polfer di Tiburtina contattiamo la Polfer a Orte e pretendiamo di sapere se sono arrivati bus da Orte. A Orte ne arriva uno: l’autista dichiara alla polizia di essere sì partito da Termini strapieno, ma di aver ricevuto disposizioni di non passare per Tiburtina. Senza avvisi, senza organizzare un mezzo a supporto».
I bimbi dormono ormai stremati in braccio ai genitori dentro gli uffici della Polfer, per di più la temperatura fuori non è quella di una mite notte di maggio inoltrato, ma decisamente bassa. «Alle 2.30 ci mandano una squadra di taxi che si spartisce chi va in Umbria e chi ferma a Orte. Sono le 4.10 e sono di nuovo a casa. Non finirà qui» promette il viaggiatore, secondo il quale «ci sono anche gli estremi di una denuncia».