Esercito sì, esercito no. Il ricorso alle forze armate nell’ambito dell’operazione ‘Strade Sicure’, menzionato all’interno del Documento unico di programmazione (Dup) 2018-2020 licenziato dalla giunta di Terni nei giorni scorsi, è argomento che tiene banco a Terni. In prima battuta l’assessore Stefano Fatale, titolare di quegli obiettivi strategici, aveva corretto il tiro rispetto a quanto scritto nel documento («si tratta di forze di polizia, l’esercito non serve»). Ma è il sindaco Leonardo Latini a chiarire meglio cosa si intenda per ‘ricorso alle forze armate’.
«Soluzione a costo zero» «Nessuno vuole militarizzare Terni – spiega il primo cittadino -. Criticità dal punto di vista della sicurezza ce ne sono, note a tutti, ed ogni passo verrà deciso d’intesa con il questore ed il prefetto. Il punto è che nel Dup abbiamo voluto prevedere azioni e possibilità ‘a costo zero’, a prescindere che vengano attuate o meno. Ci sembra un punto di vista ragionevole in tempi segnati da carenza di risorse in tutti gli ambiti pubblici, compreso quello delle forze dell’ordine».
Fra le opzioni ‘low cost’ c’è quindi anche quella dell’utilizzo dell’esercito: «Non è stato pensato, nel documento, come un controllo dei militari nelle strade cittadine. Al netto di emergenze o situazioni molto particolari, l’idea è che l’eventuale disponibilità di unità possa di fatto sgravare le forze dell’ordine, per quanto possibile, da alcuni compiti, consentendo un’organizzazione diversa del lavoro e, perché no, controlli ancora più capillari sul territorio cittadino. Un’integrazione che immagino focalizzata su alcune postazioni o punti strategici, senza alcun aggravio di spesa, per consentire a polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale di potenziare le proprie attività già efficienti. Non prevedere possibilità del genere ci sembra sì illogico e irrazionale. Visto che vanno a vantaggio della collettività e non comportano alcuna conseguenza sul piano economico né alcuna ‘militarizzazione’».
‘RONDE’, OPPOSIZIONE CRITICA A TERNI
Sulle ronde «Lo stesso – aggiunge il sindaco Latini – vale per le cosiddette ‘ronde’, che non sono altro che una rappresentazione dello ‘sforzo civico’ di chi ha a cuore il proprio quartiere, la propria zona, nel contesto della sicurezza urbana su cui sono il questore ed il prefetto ad avere il ruolo centrale, in stretto dialogo con il Comune. Si tratta di possibilità previste che possono essere inserite in un ragionamento più complessivo. Non sappiamo se verranno mai organizzate o coordinate. Certo è che, nel caso in cui ciò dovesse avvenire, rappresenteranno solo una forma di protagonismo positivo, civico, preventivo e caratterizzato da uno stretto coordinamento con le forze di polizia a cui segnalare qualsiasi situazione che merita di essere approfondita. Ipotizzare sin da ora, sulla base di suggestioni, un inasprimento di presunte tensioni sociali, vuol dire essere completamente fuori strada».
«Progetto più ampio» «Le ‘ronde’ in sé – aggiunge il sindaco – possono rappresentare uno sviluppo di quei patti di collaborazione che abbiamo in mente con i cittadini. Si tratta di un progetto più ampio che, basato sull’associazionismo e che punta a far vivere di più i quartieri. Dal controllo di vicinato, dalla sicurezza diffusa, possono giungere risposte vere alla questione-sicurezza. E una città più vissuta, a prescindere dalle ‘ronde’, è per definizione una città più controllata e sicura. Più che la gente in tenuta antisommossa, questa una delle suggestioni, immaginiamo cittadini che si riappropriano delle piazze e delle strade, utilizzandole e vivendole in piena tranquillità».
L’atto di indirizzo Intanto il gruppo consiliare della Lega, partito di cui il sindaco Latini è espressione, ha presentato un indirizzo che verrà discusso in una delle prossime sedute del consiglio comunale di Terni. Nel documento c’è anche la firma del capogruppo del partito in Regione, Emanuele Fiorini, insieme a quelle di Doriana Musacchi, Cristiano Ceccotti, Francesco Pocaforza, Paola Pincardini, Monia Santini, Sergio Armillei, Paolo Cicchini, Anna Maria Leonelli, Sara Francescangeli, Devid Maggiora, Leonardo Bordoni e Giulia Silvani. A sindaco e giunta si chiede di «emanare un’ordinanza valida su tutto il territorio comunale al fine di scongiurare il fenomeno dell’accattonaggio molesto e quello dei parcheggiatori abusivi, attività che spesso nascondono situazioni ancora più gravi di racket e sfruttamento». Secondo Fiorini «l’accattonaggio è una vera e propria professione che sfrutta i soggetti deboli, spesso anche minori. Esistono criticità da debellare nei pressi di supermercati, bar e altri esercizi pubblici, dove si trovano persone che esercitano il mestiere di ‘accompagnatore dei carrelli della spesa’, insistenti nel chiedere denaro soprattutto nei confronti di donne e anziani». Il documento si focalizza anche sui cosiddetti parcheggiatori abusivi: «Presso il parcheggio dell’ospedale, in quello degli uffici Usl di via Bramante, al parcheggio della stazione e in altre zone – prosegue il capogruppo della Lega in Regione – servono interventi mirati ad assicurare l’ordine, la legalità e la sicurezza dei cittadini. La pratica di parcheggiatore abusivo, perpetrata nella maggior parte dei casi da stranieri, è accompagnata da insistenza e spesso anche da aggressioni verbali ai malcapitati automobilisti».