La parrocchia di San Pietro – a Terni – celebra il capo degli apostoli. Il parroco e il consiglio pastorale hanno stilato il programma religioso per la comunità dal 26 al 29 giugno. Giovedì 26 e venerdì 27, alle ore 17 santo rosario e vespri, alle 18 santa messa. Sabato 28, anniversario della dedicazione dell’altare: alle 17 santo rosario, alle 18 santa messa presieduta da don Luciano Afloarei, vicario foraneo Terni 1. Domenica 29, alle ore 9 santa messa, ore 11 messa solenne presieduta dal vescovo Francesco Soddu, ore 17 santo rosario e vespri, ore 18 santa messa.
«Questa volta – afferma lo storico locale Carlo Favetti – varchiamo la chiesa agostiniana di San Pietro affiancata al grandioso palazzotto dei Manassei, una delle famiglie illustri ternane. La curiosità in assoluto, con la quale noi vogliamo porre l’attenzione, è senza dubbio ‘l’edicola’ o quello che rimane di essa, posta sul lato sinistro del muro esterno della chiesa. Merita attenzione e, nelle possibilità, un sostanziale recupero per bloccare l’avanzato stato di degrado. Dalle tracce di affresco, si può datare approssimativamente attorno alla fine del XIV-primi anni del XV secolo, dovrebbe raffigurare la Madonna in trono col bambino. I tratti sono letteralmente abrasi e irrimediabilmente scomparsi quasi del tutto, anche se rimangono vive ancora le tonalità di colore». Sicuramente era un votivo, come è dimostrato da tracce di copertura e, in basso, due superstiti mensole in pietra».
«La chiesa di San Pietro Apostolo – prosegue Favetti – in origine era di dimensioni più piccole. La costruzione si deve al XIV secolo, ampliata e completata (1452) a spese di Stefano Manassei, che qui volle essere sepolto. Facciata a capanna, portale maestoso con fregi e colonne in pietra dove, nel timpano, è presente un Cristo redentore benedicente. L’interno ha un’unica navata mentre l’abside è poligonale. Campanile a due ordini inferiore medievale, superiore con cella campanaria del XVIII secolo. L’edificio subì danni dall’evento sismico del 1702: il suo interno fu decorato con stucchi barocchi compromettendo gli affreschi. Nel dopoguerra ha subito un radicale restauro, via gli stucchi e recuperati gli affreschi. Affreschi e frammenti preziosissimi e antichissimi che vale la pena di scoprire nel dettaglio, ispirati alla vita di Gesù, storie della Bibbia e dei santi agostiniani».
«Subito dopo la porta d’ingresso, nella controfacciata – spiega ancora lo storico ferentillese – un Sant’Agostino vestito con abiti monastici troneggiante su fondo gotico dal chiaro impulso senese. Segue San Pietro, risalente al 1330; nella terza nicchia una Madonna di scuola senese sovrapposta ad un dipinto quattrocentesco raffigurante la lapidazione di Santo Stefano con ai lati i santi Pietro e Caterina da Alessandria; del 1350 sono un San Michele, Santa Maria Maddalena mentre, nell’ultima nicchia della navata, Madonna e santi Agostiniani, in basso San Nicola da Tolentino. Nella parete di sinistra, frammenti di decorazioni della fine del 1300-inizi del 1400 tra cui una crocifissione di San Pietro di influsso senese. Bellissimo un San Francesco assai espressivo e ben conservato, un angelo nunziante di influenza benozzesca».
«Il transito della Madonna – si avvia a concludere Favetti -, suggestivo per la sua ampiezza e fattura, è del 1330 e attribuibile alla scuola di Ottaviano Nelli, mentre la figura del Cristo che riceve l’anima della madre è di chiara derivazione cavalliniana. Quindi, nomi eccellenti hanno lavorato in questo edificio, assai caro alla comunità ternana, essendo una delle chiese tra le più grandi nel contesto cittadino. Una visita non mancherà di certo per arricchire il bagaglio culturale di coloro che, in questo periodo, vorranno varcare la soglia del tempio per seguire le sacre funzioni dedicate all’apostolo».