Il comune di Terni è impegnato nella riorganizzazione dei servizi educativi che, tuttavia, vengono interpretati dal comitato iscritti Fp Cgil con profonda perplessità e disappunto: si teme un peggioramento dell’offerta per le attività pedagogiche.
L’allarme del comitato «La riorganizzazione dei servizi educativi annunciata dal Comune di Terni si palesa come una riduzione delle attività didattiche per molti bambini – spiegano dal sindacato -. Ciò genera una forte preoccupazione per le famiglie che vedono ridursi sia la qualità che la quantità dei servizi. La motivazione principale di questa riduzione è data dall’impossibilità di assumere personale, in quanto il Comune di Terni è definito ente ‘cattivo pagatore’, ma la legge ha introdotto una deroga, con la possibilità di assumere personale dei servizi educativi e scolastici, verificando preventivamente l’assenza di tali figure professionali negli enti di area vasta. Assumendo si potrebbe evitare la riduzione dell’orario e la chiusura di alcune sezioni anche negli asili nido».
Gli appalti delle mense Nel mirino degli scritti alla Fp Cgil ci finisce anche la fornitura dei pasti esterni: «Sembra che l’appalto che riguarda alcune scuole sia scaduto nel dicembre 2013 e non conosciamo delibere di giunta o comunque atti pubblici che hanno regolamentato la fornitura dei pasti trasportati fino ad oggi. Vi è stato un nuovo bando di gara? È necessario che su questo aspetto sia data la maggiore trasparenza amministrativa – continua il sindacato – considerando che si tratta di una spesa elevata. Siamo preoccupati per la garanzia di sostenibilità dei servizi educativi, servizi bene comune della collettività, che andrebbero tutelati e rafforzati ma che invece appaiono depotenziati nel bilancio appena approvato».
Maggior chiarezza dal Comune Il comitato chiede pertanto spiegazioni all’amministrazione comunale di Terni: «Difendere i servizi educativi significa innanzitutto tutelare la qualità degli stessi, garantire certezze e diritti a chi vi opera, qualificare l’ offerta didattica e non solo il cibo, che certo rimane una questione centrale nell’educazione dei bambini, questione che tuttavia è pienamente collegata all’offerta didattica e al sistema educativo proposto. Chiediamo al Comune certezza sulla assunzione dei servizi educativi come beni prioritari da salvaguardare, certezza sulle azioni politiche da mettere in campo e soprattutto un’inversione di marcia rispetto alle decisioni fino ad oggi prese».