Si è cucito la bocca per protesta – disaccordo con i compagni di cella – e, in un secondo momento, ha tentato il suicidio. A farlo nel carcere di Terni, a vocabolo Sabbione, un brasiliano di 23 anni: a denunciare i fatti è il Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
‘Buonismo’ Un gesto interrotto dalla polizia penitenziaria: «Meno male – la nota del sindacato – che la polizia penitenziaria lo ha salvato, altrimenti oggi conteremmo l’ennesimo suicidio in cella. Possibile che nessuno si chieda come mai succedono così tanti gravi episodi critici in carcere? Già da tempo mettiamo sotto accusa la direzione penitenziaria ‘buonista’ di Terni, che tollera eccessivamente questi gravi fatti. Non ci sono parole per descrivere l’umiliazione che ogni giorno i colleghi subiscono, non solo dai detenuti, ma da una gestione buonista che al massimo prevede come forma di punizione un giorno di esclusione dalle attività sportive, che può anche essere “abbonato per buona condotta”. Siamo alla follia, si lavora in condizioni disumane senza nessun tipo di tutela e con detenuti che ci ridono in faccia perché sanno bene che non verranno mai puniti per qualunque fatto commettano».
La richiesta Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, torna a richiedere l’intervento di Santi Consolo, capo dell’amministrazione penitenziaria: «Cosa si aspetta a mandare una ispezione al carcere di Terni? Il personale di polizia penitenziaria è stanco e si deve fermare questa gestione scellerata di un Istituto ormai ingovernabile».