Terni, sugli eventi consigli e ‘bacchettate’

Confartigianato Imprese dice la sua e sottopone all’attenzione dell’amministrazione comunale un documento per aprire la riflessione

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di Confartigianato Imprese Terni

Terni risponde bene agli eventi: all’amministrazione comunale va certamente riconosciuto il merito di aver dimostrato un impegno in questa direzione, ma oggi occorre aprire una nuova fase. Il settore degli eventi, come Confartigianato Terni sostiene da anni, è una grande opportunità di sviluppo per il nostro territorio che non siamo però ancora riusciti a cogliere. Per farlo occorre coalizzare le forze, finalizzare le risorse all’attrazione di flussi di visitatori e mettere in campo e in rete le competenze.

In primo luogo, per riconoscere alla politica degli eventi il valore strategico che ha nel nostro territorio, non è più ammissibile veder agitare l’argomento eventi in modo superficiale, come motivo di autocompiacimento, di facile propaganda o, peggio, come motivo di competizione tra settori dell’amministrazione comunale. Non lo merita la città, non lo meritano gli enti e le imprese che investono risorse proprie in questa direzione, mentre affrontano simultaneamente la crisi economica ultradecennale.

Dopo oltre un anno e mezzo di governo della nuova amministrazione, Confartigianato Terni ha inviato al sindaco un documento contenente valutazioni e proposte nel settore degli eventi per aprire una riflessione positiva. Sono tre le caratteristiche principali della politica comunale nel settore degli eventi con la nuova amministrazione:

1) Il Comune ha ristretto eccessivamente il ruolo e il campo di intervento diretto nel settore degli eventi. Non basta il patrocinio, un cartellone comune o sovvenzionare, con risorse comunali anche rilevanti, un compartimento dell’evento complessivo. Se si vuole dare contenuto alle parole ‘sviluppo locale’ e ‘marketing territoriale’, compito del Comune è la funzione primaria di coordinare, realizzare e garantire la finalizzazione degli eventi all’attrattività turistica e commerciale del territorio. Se è corretto pianificare e predisporre all’interno di un evento un ventaglio di offerte in grado di rispondere a una ampia gamma di domande, appare rischioso invece presentare, come nel caso degli eventi valentiniani, un cartellone apparentemente articolato in due parti separate e non dialoganti: la miriade di microeventi delle imprese diffusi nell’area urbana, di natura commerciale e popolare, rivolti all’attrattività nei confronti di altri territori e le iniziative comunali, di natura culturale, con target spesso di nicchia, concentrate all’interno del perimetro del Caos. In questo modo si può dare l’impressione di delegare tale funzione primaria di attrattività del territorio agli altri soggetti partecipanti e promotori degli eventi che si vanno a realizzare.

2) Il Comune non ha una politica unitaria e un approccio amministrativo uniforme agli eventi. Frammentazione su più deleghe e su più assessorati, procedure amministrative differenti per i vari eventi comportano il rischio che ne risultino eventi con molte microiniziative, ma di difficile fruizione e gravosa partecipazione da parte delle imprese. In questo senso appare utile rilanciare la proposta dello ‘sportello unico degli eventi’ con fini di semplificazione amministrativa.

3) L’amministrazione ha introdotto le attività di street food nel centro città. Lo street food è gradito ai cittadini, però è un fenomeno che va governato con attenzione perché può avere un effetto negativo sui pubblici esercizi del centro città, che sono un baluardo di vivibilità urbana, che va difeso e che adesso soffrono particolarmente la crisi, anche quelli localizzati nel cuore della vita notturna cittadina. Gli eventi di street food ‘puro’ cioè senza attrattive di altro genere, non promuovono il territorio, non attraggono flussi rilevanti dall’esterno, ma aumentano solo la competizione sugli scarsi consumi dei residenti. La politica comunale era iniziata con eventi di street food ‘puro’ e adesso, grazie anche alla dialettica con le associazioni di categoria, inizia a preferire gli eventi più adatti alla promozione del territorio, che presentano attrattive (artistiche, culturali…) al centro del programma, in cui le attività di street food sono a servizio dell’incremento dei flussi attesi.

Confartigianto Terni ritiene anche che esistano due aree della politica degli eventi nelle quali si tarda ad intervenire, che invece sono particolarmente rilevanti. In mancanza di una ridefinizione del Cantamaggio (che non è vissuto come un evento commerciale e ha bisogno di un profondo rinnovamento per poter attrarre non solo flussi locali di persone che già gravitano sulla città) resta debole l’offerta di eventi cittadini, soprattutto nel periodo primavera-estate. Inoltre, gli eventi cittadini soffrono e continuano a soffrire di scarsa e soprattutto tardiva promozione. Basta guardare le date di presentazione pubblica dei diversi ‘cartelloni’ di eventi per rendersi conto che sono tutti a ridosso dell’inizio dell’evento stesso e presentano budget di comunicazione eccessivamente limitati: questo non solo rende impossibili azioni efficaci di promozione, ma impedisce la programmazione delle iniziative commerciali delle imprese, soprattutto di quelle ricettive, riducendo di molto l’attrattività potenziale degli eventi stessi.

Si dà atto che per sfruttare l’opportunità di sviluppo che gli eventi rappresentano il Comune ha fatto passi nella giusta direzione, ma adesso occorre aprire questa nuova fase della politica degli eventi, anche perché occorre rilevare, con obiettività, che il gettito della tassa di soggiorno, dei canoni idrici e la riutilizzazione sul territorio delle risorse provenienti della Cascata delle Marmore hanno reso disponibili per questo settore, nell’ultimo anno e mezzo, fondi superiori a quelli dei periodi precedenti, che vanno quindi utilizzati non per navigare a vista, seppure nella giusta direzione, ma per cogliere questa rilevante opportunità strategica per il territorio.

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