del Direttivo dell’associazione ‘Papigno Pesche’
Papigno: Cancelli sul mare… Ma potremmo anche titolare: ‘Papigno: la storia infinita’. II episodio della saga, dove si leggerà di tubi azzurro mare protetti da recinti, e discariche senza cancelli’.
La prendiamo con ironia perché sappiamo ancora essere positivi, nonostante la trascuratezza delle istituzioni nei nostri confronti, e nonostante gli anni d’attesa. Come da documentazione fotografica effettuata in data 9 giugno 2017, prendiamo atto che si ha maggior cura nel proteggere intonsi e scintillanti tubi acquedottiferi, che non la salute e la sicurezza della popolazione, lasciando spalancati ingressi all’area SIN della discarica dell’ex carburo.
Da 14 anni ci prendono in giro con la presunta bonifica; molti dei ‘soliti noti’ ci si sono fatti le campagne elettorali ed alcuni – fortunatamente vivi e vegeti – siedono ancora negli scranni di palazzo Spada. Parecchio del nostro tempo di privati cittadini impegnati nel sociale, lo abbiamo dedicato a estenuanti quanto inutili riunioni, progettazioni, visite guidate alla Zona Rossa, ascoltando balbuzienti promesse e faraonici progetti.
Da ultimo, la farsa dei tavoli tecnici di concertazione di fantomatici ‘patti di solidarietà’ (da cui, per fortuna, ci siamo messi in salvo per tempo, salvaguardando il nostro tempo e la nostra igiene mentale), in cui scopriamo che per la bonifica bisogna ricominciare tutto da capo perché categorie di rifiuti e loro consistenza, inquinanti, non stanno dove e come dovrebbero stare… Tutto sbagliato; tutto da rifare! Nuove carte da rimandare al Ministero! E… ‘la cera se consuma e lu mortu non cammina…’.
Intanto, come abbiamo più volte segnalato e denunciato negli ultimi sei anni alle autorità competenti, alla Commissione europea DG XII e persino alla Commissione parlamentare contro le ecomafie che ci fece visita e audì, alla discarica si accede direttamente e comodamente dal piazzale Corot (oltre che da almeno altri due punti del paese non, o ridicolmente, protetti e non opportunamente segnalati).
A destra del cancellone principale (comunque aggirabile con facilità anche dai bambini che giocano nel vicino campetto), un vistoso ingresso provvisto di cancelletto arrugginito e chiuso, con ampio e comodo foro d’accesso ad altezza d’uomo alla sua destra, consente di portare a spasso i cani! Nel 2012, durante una delle farse, in visita guidata, ci accedette anche il sindaco! Più volte l’hanno rattoppato, con rete per pollai più o meno fantasiosamente ed inefficacemente poggiata, poco ‘stabile’ e risolutoria. Sarà quella che è costata svariati milioni di euro per la prevista bonifica? Se sì, ce la mettiamo a vendere anche noi!
Fuori dal tono satirico, denunciamo l’inaccettabile stato di pericolosità e incuria in cui versa la zona. Case a meno di trenta metri, due corsi d’acqua (Cervino e Nera) in prossimità, sosta di camper nel parcheggio antistante, presenza costante di turisti frequentatori del rafting, bambini che giocano nei dintorni e spesso travalicano i confini… e chi più ne ha più ne metta.
Un’area dichiarata Sito di Interesse Nazionale deve essere bonificata e inaccessibile. Non possono passare 14 anni senza che nulla accada e si tiri a campare. Ci si opporrà: ‘Però i tubi del nuovo acquedotto son ben custoditi!’. E noi rispondiamo: ‘Ma riparare l’esistente e salvare il Nera e il suo ecosistema delicatissimo?’. Chiudiamo, la nostra ennesima denuncia, cui seguirà l’ennesimo esposto alle autorità competenti, riportando una considerazione del professor Luca Tomio che alcuni giorni fa, ci diceva di come avesse riscontrato discrepanza di quote fra il dipinto di Leonardo e l’attuale paesaggio (area della discarica a ridosso della rupe). ‘Certo – gli abbiamo risposto – i conti tornano: ai suoi tempi qui c’era solo natura e bellezza, non monnezza!’.