Comune Terni vs UniPg In ballo 28 mila euro per laboratorio: atti a procura Corte Conti

Ingiunzione dell’università per il laboratorio biotecnologie a Pentima: il Tar boccia il ricorso dell’amministrazione e parla di possibile danno erariale

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di S.F.

Un’ingiunzione di pagamento per un totale di 28 mila 689 euro legata alla realizzazione e alla gestione del laboratorio di biotecnologie a Pentima, accordata con un patto sottoscritto il 18 luglio del 2005 tra la Regione Umbria, l’università degli studi di Perugia e il Comune di Terni. L’amministrazione comunale dovrà pagarla a meno che la battaglia giudiziaria non prosegua al Consiglio di Stato: il Tar, a distanza di tre anni dal deposito del ricorso, ha respinto l’istanza di palazzo Spada. Questione di anticipi e contributi di ritorno non pagati. Da Perugia rivogliono tutto.

Palazzo Spada

Rimborsi mai pagati

La storia inizia nell’estate 2005 quando Comune, Regione ed UniPg firmarono il protocollo. Nel documento l’università si impegnava a farsi carico delle procedure di appalto con accollo delle spese fino ad un massimo di 1 milione 250 mila euro, mentre sponda comunale c’era la garanzia a reintegrare gli esborsi a titolo di contributo: in particolar modo nel mirino ci sono le cifre per i lavori di progettazione e di trasloco rispettivamente da 4.889 e 23.800 euro. Per entrambe da Perugia hanno richiesto il rimborso fin dal 2011. Nulla si è mosso.

Pentima e l’ex Isrim

La difesa del Comune

Per l’amministrazione – difesa dagli avvocati Francesco Silvi e Paolo Gennari, di là c’è l’avvocatura dello Stato – il protocollo in questione non sarebbe mai stato attivato e, oltretutto, è superato dal successivo atto del 2012 «con il quale è stato pattuito lo spostamento del laboratorio di biotecnologie presso il diverso sito di Colle Obito». Non solo. C’è anche la presunta inesigibilità della somma oggetto di procedura ingiuntiva in «ragione della sua genericità, difetto di motivazione e infondatezza nel merito, essendo ingiustificata l’avversa richiesta di pagamento in quanto solo supportata da semplici fatture ma in difetto di prova dell’effettivo esborso delle somme nelle stesse indicate e per quali causali». Per il Tar non è così. L’udienza si è svolta lo scorso 28 settembre e la sentenza è stata pubblicata giovedì mattina.

La ricostruzione e il tentativo a vuoto del Comune

Il Tar spiega che dalla documentazione esaminata i lavori « per la realizzazione del citato laboratorio erano effettivamente avviati, almeno per quanto attiene alla dismissione delle apparecchiature già presenti ed effettuazione di saggi nella pavimentazione e nel sottosuolo dell’area interessata e che di tali attività il Comune di Terni era costantemente reso edotto». In più l’università – siamo al settembre 2011 – «richiedeva al Comune di Terni il rimborso delle somme anticipate allegando le relative fatture ed il prospetto riepilogativo delle anticipazioni». L’Ateneo è poi tornato a farsi avanti nel febbraio 2017 per richiedere le somme in questione. Risposta del Comune? Proposta di tacitazione bonaria delle pendenze poggiandosi sui «buoni risultati raggiunti in merito alla realizzazione del laboratorio di biotecnologie a seguito del protocollo di intesa siglato nel 2012». L’università non ha mollato, tutt’altro. È partita la diffida.

Il Tar Umbria

Il Tar respinge il ricorso

Di mezzo c’è anche il bilancio. «Con il primo motivo di censura – si legge nella sentenza – il Comune oppone la mancata iscrizione in bilancio ex articolo 191 del d.lgs. n. 267 del 2000 e conseguente difetto di legittimazione passiva in capo all’amministrazione. Non appare meritevole di condivisione la tesi di parte ricorrente, che avrebbe la paradossale conseguenza di consentire all’amministrazione di giovarsi di una propria non corretta gestione del ciclo di bilancio per venire meno agli impegni assunti. Da quanto risulta al momento della sottoscrizione del protocollo di intesa era stata approvata la previsione di spesa da parte del Comune. Altresì l’università – spiega il Tar – ha provveduto a rendere tempestivamente edotto il Comune di Terni delle spese effettuate in esecuzione del protocollo; pertanto, la mancata iscrizione in bilancio si configura come un inadempimento da parte del Comune degli impegni assunti in sede di accordo». Niente da fare anche per l’altra ragione esposta: «La successiva approvazione di un nuovo protocollo d’intesa nel 2012, con cui è stata convenuta la realizzazione del predetto laboratorio nella diversa sede di Colle Obito, non assume rilievo nel caso in esame». C’è anche altro.

Il possibile danno erariale: atti alla Corte dei Conti

Ricorso respinto e condanna al pagamento delle spese di giudizio per 1.500 all’università degli studi di Perugia. Ma il Tar aggiunge un ulteriore aspetto: «Il Collegio ritiene, altresì, di dover disporre la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti presso la Regione Umbria per i profili di possibile danno erariale connesso al comportamento dell’amministrazione comunale». Con ogni probabilità la storia non finirà così: pronto l’appello al Consiglio di Stato. Nessuno ‘sconto’ dall’università.

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