Toccare con mano ciò che poteva – doveva – essere fatto meglio, ma anche avviare un percorso per vincolare l’area limitrofa all’anfiteatro Fausto (perché i beni a Terni sono vincolati ma non è mai stata ipotizzata l’applicazione di un vincolo ‘indiretto’ di vedute su determinate aree o spazi) e stabilire un rapporto di collaborazione. Si può dire che abbia interessato soprattutto questi temi la visita della soprintendente all’archeologia, alle belle arti e al paesaggio dell’Umbria – Marica Mercalli -, giunta in città giovedì pomeriggio e accompagnata dall’assessore comunale Enrico Melasecche in una ‘passeggiata in Passeggiata’.
La palazzina di via del Vescovado
L’attenzione della responsabile del Mibac si è infatti concentrata sulla zona del duomo, del parco, dell’anfiteatro Fausto e – giocoforza – sulla contestata palazzina di tre piani di via del Vescovado. Dove i lavori vanno avanti, godono di tutte le autorizzazioni del caso – anche per una soprintendenza, a suo tempo, forse un po’ distratta – e dove, al limite, si potrà imporre qualcosa solo in merito a materiali, colori, facciate, insomma dettagli – che tali però non sono – per contenere l’impatto visivo in una zona di Terni con chiare caratterizzazioni di tipo storico, culturale e archeologico.
Vincolare la zona dell’anfiteatro
Ciò che potrà essere fatto – a prescindere dal ‘casus belli’ – è applicare un vincolo indiretto di vedute in una zona che dovrà essere chiaramente individuata, circostante l’anfiteatro e il vescovado. Ciò, se non sull’esistente, consentirà quantomeno di imporre realizzazioni compatibili con il contesto, in futuro. In questo senso la soprintendente si sarebbe mostrata disponibile e il Comune di Terni – per la prima volta – compirà questo passo attraverso una formale richiesta.
Giudizio critico
Il giudizio della soprintendente Mercalli sulla situazione di piazza Paul Harris e la palazzina in corso di costruzione, non sarebbe stato comunque dei più teneri, anche rispetto al posizionamento di alcuni reperti archeologici, oggi del tutto scollegati dal ‘padre’ anfiteatro. Questioni destinare a far discutere ancora, ma su cui gli spazi di azione sarebbero limitati.
Dialogo aperto
Meno limitate invece le idee per il futuro e soprattutto l’avvio di una collaborazione proficua fra ente e città: «Ho ricordato alla soprintendente – spiega l’assessore Melasecche – come vent’anni fa Carsulae fosse una sorta di maxi ‘campo di calcio’ dove si poteva entrare liberamente con le auto. Con la sinergia stabilita al tempo fra Comune e l’allora soprintendenza ai beni archeologici, si è riusciti a costruire qualcosa di diverso, a partire dal centro visite, e mi sembra che i passi avanti siano sotto gli occhi di tutti». A cosa possa portare il dialogo, vincolo indiretto a parte, non è ancora chiaro. Ma anche il tema di una sede, un presidio, della soprintendenza a Terni potrebbe finire presto all’ordine del giorno.