Terremoto: «Al lavoro anche 124 psicologi»

I professionisti mobilitati a favore delle vittime del terremoto del centro Italia hanno esperienza e formazione in emergenze

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di Mariano Pizzo
dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria

Sopravvissuti al sisma, feriti, familiari di vittime, organizzazioni coinvolte e soccorritori per far decomprimere lo stress accumulato in fase di intervento.

A queste figure sono rivolti, con particolare riferimento alla zona di Norcia già raggiunta da un primo gruppo, gli interventi di primo soccorso psicologico attivati grazie alla disponibilità di 124 psicologi, tra cui alcuni umbri, segnalati dall’Ordine professionale alla Protezione Civile dell’Umbria.

Gli psicologi mobilitati a favore delle vittime del terremoto del centro Italia hanno esperienza e formazione in emergenze e intervengono con il supporto scientifico e umanitario di Emdr Italia (intervento psicoterapeutico consigliato dall’Oms).

Effettuato il primo soccorso per le fasi successive ci organizzeremo con squadre e turni per realizzare sportelli specifici per adulti e minori al fine di aiutarli a rielaborare il tragico evento nella maniera più adatta possibile. Si tratta di interventi di prevenzione per aiutare persone normali con reazioni normali a fronteggiare un evento catastrofico che sicuramente ha provocato una ferita psicologica. L’obiettivo principale sarà aiutare la popolazione a elaborare l’evento contenendo le intense emozioni che suscita, facendogli riconquistare per quanto possibile un senso di sicurezza e normalità.

Lo stress acuto che può manifestarsi anche a seguito di terremoti se non adeguatamente trattato e curato può generare nel tempo disagio psicologico. Lo psicologo che compie il pronto soccorso psicologico, che non è di natura clinica, tratta prima di tutto le vittime che sono identificate con un codice verde dal punto di vista sanitario (che non richiede un intervento sanitario urgente) e segue principalmente azioni come l’entrare in contatto con la vittima, ripristinando la sua percezione di sicurezza e protezione, facilitando il suo ricongiungimento familiare e cercando di contenere professionalmente le emozioni espresse favorendo la calma. Questo tipo di attività principali rispondono ai bisogni psicosociali immediati delle vittime del sisma, che si aggiungono alla necessità di soddisfare i propri bisogni primari (mangiare, dormire, necessità igieniche e sanitarie).

La modalità di massima per realizzare l’intervento psicosociale all’interno della comunità interessata dal sisma, come stabilito nei Criteri di massima sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi (G.U. n. 200 del 29.08.2006), è la seguente: attivazione dell’Equipe Psicosociale per le Emergenze (EPE), formata principalmente dal personale del Servizio Sanitario Regionale ma anche da risorse esterne (volontari, associazioni, ordine professionale, ecc.), con un “referente della funzione di supporto psicosociale” che provvede a realizzare un piano di attività di intervento, coordinare gli psicologi presenti e valutare i risultati. Egli si coordina con il responsabile del soccorso sanitario che si trova sul luogo nel Posto Medico Avanzato (PMA).

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