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Home » Terremoto in Umbria: «Si è fatto poco»

Terremoto in Umbria: «Si è fatto poco»

di Marco Torricelli
21 Aprile 2017
in Apertura 5, Attualità, Economia, In evidenza, Politica, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di E.M.

A otto mesi dal sisma che ha colpito il centro Italia e di fronte alle tante problematiche ancora irrisolte, «la Regione Umbria si muove con la lentezza di un bradipo». È l’accusa dei consiglieri regionali d’opposizione di centro destra e delle liste civiche – Claudio Ricci, Raffaele Nevi, Marco Squarta e Sergio De Vincenzi – che si sono riuniti in conferenza stampa per sollecitare un’azione più incisiva da parte della Regione nella gestione del post terremoto e per far luce sui danni indiretti al turismo sui quali, a detta loro, si sta agendo in modo inappropriato.

IL TERREMOTO

I dati Basta dare uno sguardo ai dati, secondo Claudio Ricci della lista ‘Ricci presidente’, per rendersi conto che si sta procedendo troppo lentamente. Uno su tutti, quello dei moduli abitativi: «Le casette necessarie per le quattro regioni del centro Italia colpite dovrebbero essere 3000 ma di queste solo il 5% sono state installate». Ma poi c’è la questione dei fondi e quella della semplificazione, altrettanto poco incoraggianti. «Dei 23 miliardi di euro necessari per la ricostruzione, ai quali sia aggiungono 4 milioni per compensare i danni indiretti – continua Ricci – sono ancora pochi quelli erogabili ‘per cassa’ ed anche i quadro normativo, come sottolineato da molti sindaci, non sta andando nella direzione della semplificazione e ed eliminazione di ogni forma di burocrazia». Un altro dato riguarda il Pil pro capite che, secondo Ricci, dimostrerebbe le fragilità strutturali dell’Umbria che il sisma non ha fatto altro che far emergere in modo lampante: «Se il Pil pro capite a livello nazionale dal 2007 al 2015 ha avuto una flessione di 3000 euro, nella nostra regione è stata di 5000 euro».

CLAUDIO RICCI PORTAVOCE DELLE MINORANZE – IL VIDEO

Le azioni Cosa fare, allora, per velocizzare le azioni per la gestione del post sisma e per ridurre al minimo i danni indiretti all’economia, a patire dal turismo? I consiglieri d’opposizione hanno le idee chiare. A partire dalla comunicazione turistica, ritenuta fondamentale per ricominciare ad attrarre visitatori e sulla quale ora non si sta facendo abbastanza. «Gli spot televisivi – hanno detto – vanno benissimo ma non si dovrebbe mai pronunciare le parole ‘terremoto’ e ‘ritornate’. I prodotti turistici si vendono attraverso forme di comunicazione più emozionale e soprattutto gli spot dovrebbero includere numeri di telefono, siti internet o profili social che si possano contattare per acquistare subito il prodotto». L’obiettivo numero uno, quindi, è ricominciare a sviluppare reti commerciali sul turismo, anche attraverso relazioni con i 150 operatori del settore, tra tour operator e compagnie low cost. «In Valnerina – continua Ricci – bisogna lavorare sul piano dell’implementazione e riqualificazione della rete stradale per riattivare prima possibile il polo attrattivo principale: quello della basilica di San Benedetto».

L’irap Un’altra azione che preme particolarmente all’opposizione è l’introduzione di forme di riduzione selettiva dell’Irap (la tassa che agisce sulle attività) nel quadro del turismo, del commercio e dell’artigianato. Un’azione a cui però, ad oggi, non è stato dato seguito. «Lo scorso 28 febbraio si è tenuto un consiglio straordinario sui temi dei danni indiretti del terremoto – spiega Raffaele Nevi, di Forza Italia – e ne è uscita una risoluzione unanime in cui la Regione si impegnava a valutare forme di riduzione selettiva dell’Irap regionale per le categorie di aziende collegate alla filiera del turismo. Ci sembrava un segnale importante, un contributo importante della Regione ma a distanza di due mesi non è stato fatto nulla, non è stata nemmeno avviata la valutazione». La lentezza nelle procedure di attivazione della misura preoccupa particolarmente il centro destra, che a ha annunciato un’iniziativa in consiglio regionale, se entro pochi giorni non sarà avviata. «Vorremmo che su questo ci fosse un cambio di passo perché nel frattempo assistiamo al grido di dolore degli operatori del commercio e del turismo».

I trasporti Per riportare i turisti in Umbria – missione già complicata dopo il terremoto – non aiuta certo l’isolamento in cui la regione si trova a causa della mancanza di collegamenti. È quindi in questo momento particolarmente importante, secondo i consiglieri, agire sulla questione dell’alta velocità. Lo scorso 11 dicembre è stato annunciato un Freccia Rossa, a velocità ridotta in alcuni tratti, tra Tarano e Milano, passando per città come Metaponto, Ferrandina e Potenza: la direttrice che include Spoleto, Terni, Perugia e Assisi, secondo Ricci, meriterebbe almeno la stessa attenzione. «La battaglia delle battaglie è quella del Freccia Rossa – sottolinea anche Marco Squarta di Fratelli d’Italia – per mesi la giunta Marini ci ha detto che la soluzione era la stazione Medioetruria e ieri dopo le pressioni fatte da noi, l’assessore ha aperto al Freccia Rossa a Perugia. La Regione dà 200 milioni di euro per 6 anni al gruppo Ferrovie dello stato, ma per cosa? La Basilicata con 3 milioni l’anno ha ottenuto il treno. Anche noi vogliamo l’alta velocità in Umbria: una Freccia che non passi solo per Perugia ma che possa sostituire il ‘Tacito’». Altra questione, quanto all’isolamento, riguarda l’aeroporto: «Il ‘San Francesco d’Assisi continua a produrre debiti, è concepito per mandare in vacanza gli umbri e non per attrarre turisti verso l’Umbria», sostiene Squarta. Ma in questo momento, aumentare i voli per Perugia, è sempre più una necessità.

 

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