«Per l’Umbria la priorità assoluta è evitare l’abbandono delle aree colpite dal sisma, attraverso azioni decise sul versante del lavoro e dei servizi, per puntare ad una rapida ripresa delle dinamiche socio-economiche dei territori più gravemente danneggiati, attuando una ricostruzione che individui criteri sempre più tecnologicamente avanzati per mettere in sicurezza antisismica strutture e territori». Lo hanno detto la presidente del consiglio regionale dell’Umbria, Donatella Porzi e il vicepresidente Valerio Mancini, nel corso dell’audizione con gli uffici di presidenza dei Consigli di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, promossa dalla commissione Ambiente e territorio della Camera dei Deputati.

Le priorità La presidente Porzi, nel suo intervento, ha ricordato che gli ultimi eventi sismici hanno messo in ginocchio «una parte dinamica e viva della regione, che aveva nel turismo, dell’agricoltura di qualità e del paesaggio punti di forza», ed ha ribadito la «urgente necessità di evitare lo spopolamento dei territori a causa dei tempi di ricostruzione». Per impedire ciò, Porzi ha detto che le priorità di intervento devono riguardare in primo luogo «il lavoro e l’occupazione, sostenendo le attività presenti o incentivando la nascita di nuove, promuovendo l’azione di imprenditori che decidono di investire nelle aree colpite». Un’azione «decisiva» per evitare l’abbandono dei territori è quella relativa al «rafforzamento dei servizi che devono essere efficienti e adeguati, per colmare il gap della marginalità dei territori, derogando a quei limiti che non possono valere per quelle aree. E penso quindi in primo luogo – ha sottolineato – alla
scuola e agli uffici postali».

Le strade Un altro aspetto sul quale ha insistito la presidente è quello dei collegamenti viari «fortemente compromessi. L’Anas prenderà in carico la manutenzione delle strade comunali e provinciali per interventi più efficaci e coordinati che necessitano però di un adeguato sostegno». Porzi ha posto poi la «assoluta necessità di interventi rapidi per la messa in sicurezza e riapertura delle scuole, su tutto il territorio regionale. Molte sono state chiuse per cautela determinata da paure e psicosi, e per le quali è necessario prevedere risorse adeguate per interventi definitivi che garantiscano la sicurezza di tutto il patrimonio scolastico».
Arte e turismo Rispetto alle «complesse problematiche» riferite agli oltre 4 mila beni culturali civili e religiosi colpiti, Porzi ha segnalato il rischio ipotizzato di una «centralizzazione esclusiva degli interventi in capo al Mibact che potrebbe comportare un rallentamento nel lavoro di recupero e rivitalizzazione di strutture che oltre al valore in sé sono un fondamentale fattore identitario e di sviluppo per quei territori. Per ovviare a ciò sarebbe opportuno suggerire che alle singole Diocesi sia restituito il ruolo di soggetto attuatore restando in capo al Mibact il controllo della tutela e il rilascio delle autorizzazioni». La presidente ha posto, infine, l’attenzione sul turismo: «Una delle attività fondamentali di queste aree. Per questo comparto le risorse già previste a sostegno delle unità direttamente colpite andrebbero aumentate. Il sisma ha però provocato ricadute pesantissime sull’intero sistema turistico regionale che rendono indispensabili delle azioni tese a riconoscere e rifondere i danni indiretti».
Mancini Il vicepresidente Mancini ha posto le problematiche che gli allevatori incontrano per la ripresa delle loro attività. Le difficoltà, oltre che dai danni a strutture e infrastrutture sono anche riferite «allo svolgimento delle pratiche stabilite dal decreto». Altre questioni poste da Mancini hanno riguardato: gli allacci delle utenze per le casette, tende e moduli, «per le quali non si deve prevedere un onere a carico di cittadini»; l’inserimento di alcuni prodotti tipici nei benefici previsti per le «zone a economia speciale», per ottenere «facilitazioni fiscali e un sostegno a queste produzioni che dovrebbero trovare poi spazio nelle catene dei grandi supermercati; l’attivazione di un piano straordinario Anas interregionale per riattivare i collegamenti stradali tra aree regionali contermini e sull’asse nord-sud; l’utilizzo di tecnologie di banda larga a bassa frequenza, adatte alle caratteristiche geografiche dei territori e tali da garantire coperture della rete ampie e veloci».