Sisma 2016, sindaci: «Serve una svolta»

Doppio incontro a Roma con le delegazioni delle quattro regioni toccate dal sisma del 2016. Si chiedono soldi ma soprattutto la possibilità di spenderli. Incognita Farabollini

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Martedì a Roma si è riunita la cabina di regia sul terremoto con i rappresentanti di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. I sindaci di Norcia, Amatrice, Arquata e Teramo hanno fatto presente che a fronte di 22 miliardi di euro disponibili per la ricostruzione, dal 2016 a oggi, ne sono stati spesi solo 200 milioni e di questi solo 49 milioni per le opere pubbliche, a causa di procedure lunghe e burocratiche.

Doppio incontro

Oltre ai sindaci, erano presenti anche il coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi, e il vice segretario dell’associazione nazionale comuni italiani, Stefania Dota. La delegazione si è confrontata con il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, con il presidente della commissione ambiente e territorio, Vilma Moronese e con il relatore del decreto legge n.123, il senatore Franco Mirabelli.

«Interventi ancora non sufficienti»

«Gli incontri – afferma il sindaco di Norcia Nicola Alemanno – hanno dato modo ai sindaci di Norcia, di Amatrice, di Arquata e di Teramo di rappresentare nuovamente al parlamento la necessità di tornare velocemente a occuparsi del tema sisma del Centro Italia. Ancora una volta, infatti, gli interventi messi in campo con la conversione del decreto legge n.123 non sono risultati sufficienti a risolvere i tanti problemi che impediscono alla ricostruzione pubblica e privata di decollare».

Soldi ci sono ma non li spendiamo

I sindaci del cratere hanno fatto presente che «a fronte di 22 miliardi di euro disponibili per la ricostruzione, dal 2016 a oggi, ne sono stati spesi solo 200 milioni e di questi solo 49 milioni per le opere pubbliche, a causa di procedure lunghe e burocratiche». Hanno poi sottolineato come «i provvedimenti che si sono susseguiti nel tempo in materia terremoto non si siano tradotti in fatti. Vedi la designazione di ulteriori 200 unità di personale da destinare ai Comuni con lo sblocca cantieri, mai arrivate. I Comuni che avrebbero dovuto avviare le istruttorie per i danni lievi non sono stati mai messi nelle condizioni di poterlo fare. I professionisti che avrebbero dovuto provvedere all’autocertificazione per semplificare l’istruttoria per il rilascio dei contributi, non hanno ancora potuto depositare la prima pratica, perché mancano le disposizioni attuative di questi decreti».

«Che fine fa Piero Farabollini?»

Infine, la delegazione ha chiesto che «venga sciolto il nodo della nomina del nuovo commissario straordinario, in quanto sembra che l’attuale commissario straordinario alla ricostruzione, Piero Farabollini non verrà riconfermato».

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