Tesei: «In un anno abbiamo rimesso in moto l’Umbria»

La pandemia Covid ha segnato la vita di tutti ma la presidente della Regione è convinta: «Gettate le basi per il rilancio»

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Conferenza stampa di fine anno, venerdì, per la giunta regionale dell’Umbria, guidata da Donatella Tesei, presso la sala ‘Montalcini’ dell’azienda ospedaliera di Perugia: una scelta affatto casuale, quella di un luogo-simbolo. Un anno particolare, il 2020, segnato ovviamente dalla pandemia Covid e da tutti i problemi, sanitari, economici, sociali, organizzativi che hanno sconvolto la quotidianità di ciascuno.

Il contesto Covid: «L’Umbria funziona»

«Il lavoro di squadra che siamo riusciti a mettere in campo durante la pandemia – ha detto la presidente Tesei in apertura – ha funzionato e sta funzionando. So che i cittadini umbri continueranno a comportarsi responsabilmente ed è grazie a questo impegno che oggi abbiamo uno degli indici RT fra i più bassi ed una situazione ospedaliera relativamente tranquilla. Ma il percorso di questi mesi, per rendere le nostre strutture idonee a ricevere malati Covid, è stato molto impegnativo. Basti pensare che dai 59 posti iniziali in terapia intensiva in tutta la regione, ne contiamo oggi quasi 140. E ora stiamo curando, e bene, anche le patologie non Covid: nessuno dei nostri corregionali si è dovuto rivolgere fuori dall’Umbria per ricevere assistenza. Sui vaccini siamo pronti, stiamo seguendo le direttive del commissario nazionale e la nostra macchina operativa sarà efficiente anche per questa nuova sfida».

«Sulla ricostruzione post sisma è cambiato il passo»

«L’Umbria però – ha aggiunto la Tesei – non ha scontato solo la crisi pandemica. Sul piano economico i dati ante Covid non erano confortanti ed ora serve condurre un lavoro sinergico con tutti gli attori protagonisti del mondo sociale ed economico della regione. Un altro tema centrale è quello del terremoto del 2016 che per 4 anni ha visto tutto bloccato. Il 2020, in questo senso, è stato importante proprio per la ricostruzione delle nostre zone terremotate: mi sono attivata, subito dopo l’elezione, per far rimuovere le macerie, è stata accelerata la liquidazione delle pratiche, sono stati recuperati 9 milioni di euro relativi al sisma del 1997 e li abbiamo usati per opere che non avevano avuto la possibilità di essere finanziate. Tutto ciò anche grazie al cambio di passo imposto dal nuovo commissario Legnini. Ora la macchina si muove e bene, in sinergia con i comuni interessati».

«L’Umbria non va solo sostenuta, va rilanciata»

Sul piano economico, ha detto in conclusione la Tesei, «ora noi dobbiamo rilanciare la nostra regione, non solo sostenerla. Fare squadra, che non è un modo di dire, è un dovere ed è il nostro modus operandi: è l’unica strada per far ripartire l’Umbria, per conseguire il rilancio della sua economia, delle sue produzioni. Il Defr che presenteremo nel prossimo consiglio, e che abbiamo condiviso già, è un documento chiaro, pragmatico. L’approccio è nuovo, con una concertazione sviluppata su due giornate con il mondo datoriale, sindacale, della cultura. Abbiamo ascoltato e spesso recepito. I contenuti del Defr dimostrano già da subito l’intento e il fine. Da subito abbiamo previsto un fondo di 18 milioni per ricerca, sviluppo e digitalizzazione. Asset in linea con il contesto europeo e che abbiamo il dovere di attuare».

Agricoltura e ambiente

La parola è poi passata a ciascun singolo assessore della sua giunta, a partire dal vice presidente Roberto Morroni che ha parlato di agricoltura e ambiente: «Attraverso il Psr – ha detto – abbiamo erogato 98 milioni di euro e trattato oltre 100 mila pratiche. Non sono questi gli unici interventi messi in campo, legati al Psr. Abbiamo dato dei segnali chiari in termini di indirizzo politico, con la chiusura di due filiere importanti come quelle del latte e del nocciolo e aprendo, per la prima volta, la filiera dell’olivicoltura». Sull’ambiente «ci sono due pietre miliari. La prima è la definizione del nuovo piano regionale dei rifiuti, tema su cui la nostra regione ha accumulato negli anni un ritardo significativo e il cui iter verrà completato entro il 2021 su solide basi scientifiche. E poi il disegno di legge, adottato nei giorni scorsi, di riforma del settore delle acque minerali: risorsa vera che deve assicurare ricadute importanti sui territori e per l’intera Umbria. Contiamo di poter dotare la nostra regione di questo nuovo strumento nel giro di poche settimane».

La sanità e il welfare

L’assessore alla sanità Luca Coletto ha ricordato l’impegno sul fronte Covid «che è una pandemia globale che ci impegna da quasi un anno» ma anche il lavoro sul fronte socio sanitario: «Ora, come assistenza, diamo la possibilità ai cittadini disabili di poter scegliere fra l’assistenza diretta o indiretta. In Umbria le famiglie possono finalmente decidere ed a ciò si accompagna un incremento di circa un milione di euro dei fondi destinati, ampliando la platea degli assistiti affetti da patologie gravi, invalidanti». Altro tema è la telemedicina «per cui abbiamo chiesto venga definito un Drg in grado di sviluppare la digitalizzazione». Coletto ha poi parlato delle morti di Flavio e Gianluca, i due giovanissimi ternani scomparsi la scorsa estate dopo aver assunto metadone ceduto da un tossicodipendente: «Abbiamo istituito un tavolo per definire rigidamente la distribuzione di tali farmaci destinati alla cura delle dipendenze che, se gestiti in maniera non corretta, possono condurre a tragedie come quella di Terni».

Il sostegno alle tante realtà in sofferenza

L’assessore Paola Agabiti ha, per le sue deleghe, ricordato che «in sede di bilancio, la cui rigidità è nota e rende minimi gli spazi di manovra, abbiamo cercato di essere vicini alle categorie più colpite dalla pandemia. Ottenendo risultati significativi. Tante imprese sono a rischio negli ambiti del turismo, cultura, artigianato, commercio. Abbiamo riprogrammato i fondi strutturali, partendo da una situazione che vedeva il livello di attuazione dei fondi europei in Umbria fra i più bassi del centro nord. Siamo intervenuti sulle misure che avevano prodotto i risultati meno soddisfacenti. Tanto è stato condotto in tale ambito e complessivamente abbiamo messo in campo 108 milioni di euro, oltre 98 milioni di euro messi a disposizione dal Governo per gli anni 2021-2024. C’è poi la recentissima ‘una tantum’, con fondi per 14,4 milioni di euro, per sostenere lavoratori autonomi e Pmi. Un impegno che non può non riguardare anche l’ambito della cultura, dove abbiamo incrementato le risorse fino a 8,5 milioni di euro, di cui 4 per gli attrattori culturali. Lo studio, la formazione, sono altri ambiti centrale della nostra strategia su cui, complessivamente, abbiamo investito circa 25 milioni di euro attraverso fondi europei che in passato erano stati sottoutilizzati». E poi sull’Umbria Film Commission: «I 92 comuni della regione saranno coinvolti ed il progetto può darci davvero grandi soddisfazioni».

Il mondo economico e produttivo

L’assessore Michele Fioroni ha parlato dei sostegni «per le tante imprese sofferenti, anche attraverso strumenti in grado di guardare alla prospettiva futura della regione, alla sua riprogrammazione economica. In totale parliamo di circa 80 milioni di euro, dove la più importante misura è rappresentata dal Fondo Restart: 28,5 milioni con uno strumento innovativo, per metà a fondo perduto, alle imprese in grado di investire nella sicurezza e nel digitale. Proprio il digitale è una delle sfide più importanti che stiamo affrontando. Per la prima volta abbiamo fatto un bando per sostenere le competenze digitali nelle imprese, non solo grandi ma anche piccole e piccolissime». Fioroni ha poi ricordato il lavoro sul fronte finanziario, del credito – di concerto con Gepafin – e gli strumenti, anche digitali, in grado di attivare più moltiplicatori finalizzati allo sviluppo.

Trasporti, infrastrutture: «Rimesso in moto un sistema fermo»

Infine l’assessore ai lavori pubblici e infrastrutture Enrico Melasecche: «La squadra di giunta ha cominciato a credere di nuovo in una regione che ha voglia di scommettere su se stessa, ed è questa la cosa più bella. Prima di ferrovie, strade e viadotti, viene il capitale umano». Nel merito delle deleghe: «A breve andremo a saldare tutti i debiti pregressi per il trasporto pubblico locale, un fatto nuovo per la nostra regione. Non siamo più subordinati ad un sistema che produceva debiti, ma le briglie in mano le teniamo in noi, verso la nuova agenzia su cui stiamo lavorando e andando a quella gara che, dopo lustri, ci porterà a confrontarci con il mercato. Questa, per avere trasporti che siano moderni e adeguati, è la sfida del 2021». Sulle infrastrutture: «Il nodino di Perugia non era nel contratto di programma: le amministrazioni avevano alzato bandiera bianca. Noi abbiamo combattuto ed oggi è una realtà. La progettazione esecutiva è stata già assegnata da Anas e ora ci attendiamo quanto prima l’apertura del cantiere, che speriamo venga completato entro la fine della legislatura». Melasecche ha poi illustrato i progressi su tutta una serie di infrastrutture stradali, a partire dalla Terni-Rieti: «In generale, in pochi mesi abbiamo rimesso in carreggiata una serie tale di opere, nuove e non, per centinaia di milioni di euro che contribuiscono non solo al Pil dell’anno in cui tali somme vengono spese, ma che danno nuova vitalità ai confronti con le altre regioni e che creano sviluppo». Sulle ferrovie «abbiamo il tavolo aperto ad Ancona e lavoriamo per il raddoppio della Orte-Falconara, progetti di cui si parla da 20 anni e che noi con grande tenacia stiamo raggiungendo. Sulla Fcu, sempre in agenda, ricorderemo alla ministra De Micheli l’impegno del Governo perché quella dorsale fa parte del Contratto di programma». Infine l’Ater: «È un’azienda sana e per questo abbiamo chiesto un piano industriale ambiziosissimo, non limitato al solo aspetto della messa a disposizione di alloggi per famiglie che non hanno redditi tali da consentire l’acquisto di una casa, ma anche una rivalutazione dell’intero patrimonio regionale».

La Cgil attacca: «Quale concertazione?»

C’è chi contesta le parole della presidente della Regione. È la Cgil Umbria: «Nella conferenza stampa di fine anno parlando del Defr – l’attacco – ha parlato di ‘concertazione’ fatta con associazioni datoriali e rappresentanze del lavoro. Non sappiamo se e cosa abbia discusso con Confindustria e le altre, ma di certo con noi nessuna concertazione, solo un paio di riunioni informative di pochi minuti».

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