di F.T.
Il gip del tribunale di Terni, Simona Tordelli, ha disposto gli arresti domiciliari per le tre persone finite in carcere – su un totale di sette indagati – in seguito all’operazione ‘Acciaio d’oro’ messa a segno lo scorso febbraio dalla procura di Terni e dal Corpo forestale dello Stato.
L’indagine ha portato gli inquirenti a scoprire tutta una serie di furti di materiali ferrosi e acciaio perpetrati ai danni del Centro di finitura AST di vocabolo Sabbione. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere per la commissione di furti aggravati e continuati, alla ricettazione di materiale rubato. L’indagine è stata condotta dal nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando provinciale di Terni.
ACCIAIO D’ORO: LE INTERCETTAZIONI
Scarcerati Il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata direttamente dalla sostituto procuratore Elisabetta Massini nei confronti di Corrado Chiacchierinin (il dipendente Ast incaricato di gestire la parte amministrativa degli ordini di materiali ferrosi), Costantino Cappelletti (l’autista che trasportava il materiale in un centro rottami di Foligno anzichè, come avrebbe dovuto, agli stabilimenti Ast di viale Brin) e Simone Leggerini (colui che, attraverso il ‘ragno’, caricava il materiale per conto di una ditta privata). Per tutti è stata disposta la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.
«Innocente» Il legale di Chiacchierini, l’avvocato Francesco Mattiangeli, esprime soddisfazione per la decisione che a suo giudizio rappresenta «un importante ridimensionamento del quadro indiziario e cautelare. Sono certo – agggiunge – che il mio assistito potrà dimostrare la sua completa estraneità rispetto alle contestazioni mosse».