di Marco Torricelli
I senatori che fanno parte della commissione ‘industria’ del Senato stasera potranno cenare tranquilli: le acciaierie di Terni – e tutte le aziende che lavorano per e con essa – scoppiano di salute. O quasi. Ma la Tk-Ast vuole lo sconto sulla bolletta energetica e i sindacati non devono rompere le scatole. Altrimenti saranno guai.
L’audizione L’amministratore delegato di Ast è stata protagonista di un’audizione e, stando alle sue parole, la situazione in viale Brin è ottimale: tutto va bene, gli ordini stanno tornando, le imprese dell’indotto sono contente come una Pasqua. E insomma: ragazzi, lasciateci lavorare.
La produzione Ad aprile, ha promesso Lucia Morselli, «non prima, perché senza ordini non si lavora, prevediamo di tornare a un livello di produzione tale che alla fine dell’anno si arrivi a un milione di tonnellate. Stiamo recuperando le quote di mercato e gli ordini cancellati quando l’azienda era chiusa».
Le tensioni A causa dello sciopero e del lungo negoziato, ha spiegato, «sono state fermate linee di produzione delle più grandi aziende in Italia e in Europa» e proprio per questo le grandi aziende italiane e europee hanno un forte timore che le tensioni possano tornare in futuro. Queste aziende, infatti, ha detto Morselli, «preferiscono un acciaio meno sofisticato, ma che arrivi».
L’avviso Di conseguenza, ha mandato a dire, «ora la nostra preoccupazione più grande è dimostrare al mercato che le difficoltà e i momenti di tensione sono finiti. L’accordo è applicato e si sta applicando per quanto riguardo l’integrativo. Le tensioni sono passate». Per l’ad di Ast è necessario «ridare credibilità commerciale e di marketing a questa azienda. Se ci perdiamo dietro a piccole tensioni o richieste, se non riusciamo a superare queste tensioni o richieste, ci giochiamo l’acciaieria. Penso che nei prossimi 2-3 mesi dobbiamo superare qualsiasi posizioni individuale».
L’indotto Ad oggi, secondo Lucia Morselli, «la situazione delle aziende che operano nell’indotto è di cooperazione, c’è un ottimo rapporto commerciale, totale e rinnovata trasparenza nei rapporti. Abbiamo preso l’abitudine a fare le gare e questo è stato accolto in modo molto positivo dai fornitori, che hanno più consapevolezza di quanto l’acciaieria abbia bisogno professionalità. Ad ora non abbiamo notizie di difficoltà create nell’indotto».
L’energia Secondo l’ad «c’è un grande problema legato all’elettricità, se a dicembre non verrà esteso lo sconto sul costo dell’energia per i grandi consumatori come chimici, carta e acciaierie, saranno grossi guai. Noi ora paghiamo 120 milioni di euro l’anno, più del costo del lavoro, se non ci fosse lo sconto questa spesa aumenterebbe di 20 milioni l’anno».
Rossi (Pd) «L’audizione di Lucia Morselli ha messo il parlamento nelle condizioni di poter valutare lo stato dell’arte, ma non ha fugato nessuna delle preoccupazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla natura delle scelte strategiche della multinazionale». Così il senatore Gianluca Rossi (Pd) che, dopo l’audizio dell’ad di Tk-Ast in commissione industria a palazzo Madama, esprime «una certa insoddisfazione derivante dalla scarsità di informazioni fornite riguardo l’uscita volontaria dei lavoratori, la riorganizzazione interna, il destino delle società controllate e la strategia verso l’indotto». Di contro Rossi ha apprezzato «le annunciate scelte in merito alle strategie commerciali che appaiono in linea con l’accordo di dicembre. Sulle questioni riguardanti i livelli occupazionali, la riorganizzazione interna e il contratto integrativo – aggiunge il senatore Dem – ho richiesto al presidente Mucchetti di poter ascoltare le organizzazioni sindacali, così come la Regione».
Lega Nord «Non siamo soddisfatti delle risposte dell’ad Lucia Morselli alle domande poste dalla Lega Nord di Terni, attraverso l’intervento del senatore Stefano Candiani, nel corso dell’audizione in Senato». Così Emanuele Fiorini, coordinatore della Lega Nord Terni: «La Morselli ha risposto in maniera evasiva e poco esauriente, soprattutto in merito alla questione occupazionale. Abbiamo chiesto perché, da una previsione fatta dalla stessa azienda di 290 esuberi, si è arrivati oggi ad una diminuzione di quasi mille unità. Sul punto la Morselli, con fare arrogante, ha apertamente risposto che l’azienda è libera di licenziare e che non è mai esistito il tetto dei 290 esuberi. L’ad ha poi sottolineato come il calo di produzione si sia verificato solo per colpa degli scioperi degli ultimi mesi. Riteniamo inopportuno e fuori luogo un atteggiamento del genere – conclude Fiorini – alla luce della situazione preoccupante in cui versa l’Ast di Terni da cui dipende il destino di migliaia di famiglie».