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Home » Fcu, lunedì sciopero: «Umbria immobilità»

Fcu, lunedì sciopero: «Umbria immobilità»

di Marco Torricelli
23 Settembre 2017
in Apertura 5, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
fcu bus sostitutivi sant'anna

Sarà spostato il capolinea

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I consiglieri regionali pentastellati reclamano l’attivazione della commissione d’inchiesta sui trasporti regionali: «Che fine hanno fatto i soldi stanziati per le manutenzioni?». Rottura fra Busitalia e lavoratori: il 25 sarà sciopero.

PARLA IL SENATORE STEFANO LUCIDI – L’INTERVISTA

Stefano Lucidi

La battuta di Lucidi «Più che Umbria Mobilità, potremmo chiamarla ‘Umbria immobilità’ – ha dichiarato a umbriaOn il senatore del Movimento Cinque Stelle – anziché gridare allo scandalo, l’amministrazione regionale dovrebbe fare chiarezza». E, per fare chiarezza, gli esponenti regionali dei Cinque Stelle – alla conferenza c’erano Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, oltre al consigliere comunale di Terni Federico Pasculli – chiedono a gran voce l’attivazione di una commissione d’inchiesta: «Speriamo la maggioranza si decida a nominare i componenti e a rispondere alle nostre domande. Ce ne sono tante»

I dubbi «Vorremmo capire perché – dice Liberati – si continua a parlare di una ristrutturazione solo parziale della linea e perché vengono date rassicurazioni sulla data di apertura (nel 2018) quando è chiaro che ci vorrà molto più tempo. Perché il piano trasporti non è stato aggiornato. Perché la tratta per Sant’Anna è stata chiusa a febbraio e per mesi non è stato fatto nemmeno lo sminamento. Perché non sono stati effettuati i lavori di manutenzione per i quali la Regione versava ogni anno una somma in bilancio».

Le ‘carte’ dei Cinque Stelle

Le cifre Secondo il M5S ci sarebbe «una somma non riconciliata 13 milioni di euro fra Umbria Mobilità e Regione Umbria – dice la Carbonari – non sono mica spiccioli: Umbria Mobilità non ha mai dato la rendicontazione delle manutenzioni effettuate. Eppure la Regione continuava a pagare, tranne che nel 2017, ogni anno. Già Filippo Mangiapane, vecchio revisore dei conti, aveva espresso perplessità e la Corte dei conti ha evidenziato che Umbria Mobilità non ha rispettato il piano di rimborso del prestito ricevuto dalla Regione». C’è poi la parte che potremmo definire ‘storica’, sulla genesi di «una bad company, nata dalla fusione delle vecchie società di trasporto pubblico».

Sciopero il 25 Intanto anche i sindacati alzano la voce e, «pur prendendo atto delle aperture provenienti dalla Regione Umbria e della presa in carico, da parte della stessa, delle problematiche afferenti ad Umbria Mobilità, con la dichiarazione dell’accelerazione nel passaggio della concessione dell’infrastruttura ferroviaria a Rfi, con cui si tenterà di risolvere le numerose criticità da noi denunciate», confermano lo sciopero di 24 ore previsto per il 25 settembre. L’annuncio in una nota dei delegati ai trasporti di Cgil, Cisl, Uil e Cisal.

«Gestione non condivisibile» «Per quanto ci riguarda, non condividiamo la gestione della crisi di Umbria Mobilità, dovuta alla chiusura della infrastruttura ferroviaria, che sta provocando ricadute troppo onerose per il personale coinvolto. Riteniamo, inoltre, che si è intervenuti tardivamente a fronte di una crisi annunciata dai lavoratori e dai sindacati. Ritardo che ha inevitabilmente ridotto le possibili opzioni atte a rendere meno traumatica possibile la gestione degli esuberi temporanei. I lavoratori sono stanchi di pagare per le colpe di un management aziendale che non riesce a vedere le difficoltà in cui operano quotidianamente i propri dipendenti. Sul fronte degli investimenti annunciati, restano – per i sindacati – troppe incertezze sulle tempistiche reali circa la riapertura dell’intera tratta fra San Sepolcro e Terni».

cu bus sostitutivi no obliteratrice
Personale sui bus

Il destino dei lavoratori Permangono ancora troppe incertezze anche per la costituzione dell’Agenzia Regionale della Mobilità. Una posizione che unisce sindacati e Cinque Stelle, visto che anche Maria Grazia Carbonari ha parlato dei lavoratori: «Come si deciderà il passaggio dei lavoratori da Umbria Mobilità a Rfi? Sulla base di quali elementi? E quali caratteristiche hanno i dipendenti che rimarranno all’interno e andranno a far parte della costituenda agenzia dei trasporti? Ci sono le giuste professionalità per espletare il servizio?», queste altre domande dei Cinque Stelle, che incalzano: «La Regione sta delegando ad altri quelle che dovrebbero essere le sue proprie competenze. Noi vogliamo capire cosa è successo, quali errori sono stati fatti e se questi errori erano evitabili».

La frattura geografica Commentando la sospensione del servizio ferroviario e in generale la gestione dei trasporti regionali, Federico Pasculli, consigliere comunale di Terni, parla infine di «ennesima frattura della nostra regione, che provoca danni ai tanti pendolari che attraversano l’Umbria e ogni mattina si svegliano per andare a lavorare. La Commissione controllo e garanzia (di cui è presidente a Terni; ndr) porterà all’attenzione delle istituzioni questo problema».

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