Treofan: «Patti non rispettati, non firmare la ‘cassa’»

Terni – Un gruppo di lavoratori: «Tante anomalie nell’accordo firmato al Mise, azienda inadempiente. Perché l’ammortizzatore per Covid?»

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di F.L.

A quasi 20 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo nazionale al Mise, non sembra stabilizzarsi la situazione della Treofan di Terni, dove un gruppo di lavoratori – che già al momento della firma aveva espresso i propri dubbi sui contenuti – torna a evidenziare le «anomalie» presenti nell’intesa. Il tutto mentre venerdì le rsu dovrebbero siglare con l’azienda l’accordo sulla cassa integrazione Covid.

I dettagli

E proprio la prima anomalia riguarda la ‘cassa’, ritenuta «non congrua con la specificità Treofan, poiché nel periodo di lockdown – scrive il gruppo – vi sono state onerose prestazioni straordinarie per soddisfare gli ordini dei clienti, mentre ad oggi, inoltre, non vi è evidenza di crisi di mercato dovuta alla pandemia». I lavoratori sottolineano poi che «lo stato di crisi è stato aperto solo per Terni, quando la proprietà, ultimamente, ha lamentato calo di ordini per tutto il gruppo Jindal/Treofan». L’accordo, inoltre, non verrebbe rispettato dall’azienda nei punti a proprio sfavore, in particolare: verrebbe data «priorità all’uscita del materiale di scarto (‘balle’), di primaria importanza per gli aspetti di salute, sicurezza e ambiente»; non sono state inserite nel mix di produzioni le specialty per etichette (IML), «produzioni uniche di Terni»; alla giornata di venerdì «non è stato rispettato, nei volumi, il quantitativo specificato nell’accordo, infatti sono usciti quantitativi nettamente superiori a quelli programmati fino al 31 agosto»; si registrano inoltre «flessioni nelle quantità di ordini in ingresso rispetto a quelle indicate». Permangono, sempre a detta dei lavoratori, anche alcune criticità già note, come «il continuo spostamento di ordini e clienti di Terni verso gli altri stabilimenti del gruppo Jindal/Treofan, il ritardo nel pagamento dei salari, la mancata erogazione del premio presenza e di risultato come previsto dal Ccnl e dall’accordo di 2° livello», così come «atti intimidatori non giustificabili nei confronti del personale aziendale».

L’appello

A fronte di ciò, avendo avuto notizia di una informativa inviata agli enti preposti a partire dalle organizzazioni sindacali nazionali, i lavoratori spiegano di «non ritenere opportuno che venerdì venga siglato nessun accordo, visto quanto sopra elencato», sottolineando «le inadempienze aziendali rispetto al contenuto dell’accordo nazionale». «Auspichiamo perciò – concludono – che il Mise da arbitro diventi protagonista di questa vertenza, prendendo atto dell’inaffidabilità di Treofan/Jindal e del suo amministratore delegato Kaufmann».

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